Ci siamo… ci siamo
03/04/2021, in Newsletters
caro acculturato,
Ci siamo…. ci siamo anche se non scriviamo, siamo in pista.
Ti piace la foto? Abbiamo scelto uno scatto bello frizzante perché abbiamo bisogno più che mai di nutrire la mente di buoni pensieri e dedicarci alle cose meravigliose che ci regala la vita.
A parlare ora è Ester.
il 24 marzo, finalmente, ho discusso la tesi di laurea magistrale in Arte, Valorizzazione e Mercato. Questi due anni sono volati, e in un “attimo”, nel secondo semestre del II anno, ci siamo ritrovati a fare lezioni e a sostenere gli esami online.
La tensione crescente per l’imminente discussione e la travolgente soddisfazione rimangono lo stesso, nonostante la distanza.
Il relatore della tesi mi ha permesso di approfondire un tema a me caro, la valorizzazione del nostro territorio: “Percorsi archeologici e museali nel territorio di Como” il nome del progetto.
Per la mia tesi ho ideato due proposte, per la Val d’Intelvi e per la città murata, con un occhio di riguardo per il Museo Archeologico e la Pinacoteca Civica.
Spero ci siano presto occasioni per parlarne dal vivo.

Tempo fa avevamo anticipato con una nostra newsletter un incontro online, organizzato in collaborazione con la biblioteca di Lomazzo, con il biologo marino Emilio Mancuso.
“Ci siamo” nr. 1: la data è mercoledì 7 aprile alle ore 21 e il tema sarà il futuro del Mar Mediterraneo.
Nel frattempo Emilio Mancuso è diventato una star con molti webinar online tra cui un’intervista con Marco Montemagno per Lifegate.
Se hai domande da rivolgere al nostro ospite, puoi anticiparcele via mail oppure potrai scriverle nei commenti nel corso della diretta.
Presto ci aggiorniamo per comunicarti il link per il collegamento quindi, tieni d’occhio la tua casella di posta elettronica.

“Ci siamo” nr. 2 è una sorpresa che arriverà subito dopo Pasqua.
Si tratta di un progetto che abbiamo fortemente desiderato e che abbiamo portato avanti con Dramatrà, un gruppo di giovani che attraverso il teatro propone eventi spettacolari nel vero senso della parola.
Cosa può venire fuori da attori geniali e super creativi e diciamolo pazzi scatenati e noi con la fissa del mondo più bello e più buono?
Lo scoprirai presto!
Siamo alla vigilia della S. Pasqua e non ti rubiamo altro tempo.
Ti facciamo tantissimi auguri Ester per una serena Pasqua a te e alla tua famiglia.
ciao!
Ester e Margherita
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⭕ L’economista invidioso del fisico
04/03/2021, in Economia della ciambella
Lʼeconomia della ciambella di Kate Raworth – puntata 13
Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo
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4a mossa, Comprendere i sistemi
Passare dall’equilibrio meccanico
alla Complessità dinamica
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L’economista invidioso del fisico
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Bramosi dell’autorevolezza della scienza, gli economisti cercarono di imitare le leggi del moto di Newton descrivendo l’economia come un meccanismo stabile.
Ispirandosi alle leggi fisiche del moto scoperte da Newton per spiegare dagli atomi al movimento dei pianeti, gli economisti si impegnarono per scoprire le leggi economiche del moto per spiegare il mercato dal consumatore al prodotto nazionale.
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Intorno al 1870 infatti fu l’economista William Stanley Jevons che dichiarò che “la teoria dell’economia presenta una stretta analogia con la scienza della meccanica statica e le leggi dello scambio dimostrano di assomigliare alle leggi dell’equilibrio di una leva.”*
Aveva una visione simile anche l’economista Léon Walras che affermò che “la teoria pura dell’economia è una scienza che assomiglia alle scienze fisico-matematiche sotto ogni aspetto”.*
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Ad approvare il pensiero di Jevons e Walras, si aggiunsero altri economisti che paragonarono il ruolo della gravità nel fermare il pendolo con il ruolo dei prezzi nell’equilibrare i mercati.
All’epoca queste metafore meccaniche vennero considerate innovative e vennero poste al centro delle teorie su individui e aziende dando vita al settore di studi noto come microeconomia.
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La teoria si fondava sull’assunto che ogni mercato doveva avere un solo punto di equilibrio stabile, proprio come un pendolo ha un solo punto di riposo.
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Perché questa condizione potesse durare, si dava per scontato che venditori e acquirenti fossero privi di potere contrattuale e avrebbero dovuto seguire la legge dei rendimenti decrescenti.
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Su questi presupposti venne elaborato il diagramma della domanda e dell’offerta, diagramma che ancora oggi viene insegnato agli studenti di economia.
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Come funziona questo diagramma?
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La curva della domanda rappresenta quanti acquirenti vogliono comprare un prodotto ad un dato prezzo, dato il loro obiettivo a massimizzare la loro soddisfazione.
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Significa che la curva della domanda scende man mano che l’acquirente soddisfa il suo bisogno e scende contemporaneamente la propensione a pagare il prezzo iniziale (utilità marginale decrescente del consumo).
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La curva dell’offerta mostra invece quanti prodotti un venditore sarà disposto a fornire in relazione al prezzo dato il loro obiettivo di massimizzare i profitti.
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Era il 1870 quando Alfred Marshall tracciò questo diagramma sostenendo che “il prezzo di mercato non è stabilito né dai soli costi per il venditore né dalla sola utilità per l’acquirente ma esattamente dove i costi e l’utilità corrispondono, lì si trova il prezzo di equilibrio del mercato”.
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Walras era convinto che l’analisi potesse essere estesa da un singolo bene a tutti i beni per giungere a formulare un modello valido per tutta l’economia di mercato introducendo il concetto di “Equilibrio economico generale”.
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In condizioni di concorrenza perfetta, secondo Walras (1899) era possibile determinare un sistema di prezzi d’equilibrio che comporta l’eguaglianza tra domanda ed offerta in tutti i mercati, nonché l’eguaglianza tra costo di produzione e prezzo di vendita per ciascun bene e per ciascun imprenditore.
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Nel 1954 Kenneth Arrow e Gérard Debreu dimostrarono matematicamente l’esistenza dell’equilibrio teorizzato da Walras.* **
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Le teorie sull’equilibrio economico generale dominarono l’analisi macro-economica per tutta la metà del XX secolo ma si reggevano su fondamenti errati: non tenevano conto dell’interdipendenza dei mercati, di tutte le variabili nell’ambito di un’economia e del ruolo del settore finanziario.
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Un modello economico non può ispirarsi alla meccanica di Newton: il pendolo dei prezzi, i meccanismi di mercato e il ritorno sicuro al punto di riposo non sono parametri applicabili all’economica.
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Nei libri di testo di economia agli studenti viene ancora presentato il mondo economico come lineare, meccanico e prevedibile quando invece bisogna diventare “pensatori sistemici”.
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Concetto straordinariamente lungimirante espresso dal matematico Warren Weaver con il suo articolo “Science and Complexity” * ** che nel 1948 venne pubblicato sulla rivista American Scientist.
Egli sosteneva che in natura esistono tre diverse classi di sistemi dinamici:
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1. i «sistemi semplici», aventi la presenza di poche variabili in casualità lineare;
2. «sistemi a complessità disorganizzata», aventi un numero estremamente elevato di variabili;
3. i «sistemi a complessità organizzata», caratterizzati da un numero considerevole di variabili connesse in un tutto organico. Sono questi i sistemi che incontriamo in biologia, in medicina, in psicologia, in economia e nelle scienze politiche. I problemi legati ai sistemi a complessità organizzata non possono essere risolti con le obsolete tecniche del XIX secolo che prevedevano variabili a due, tre o quattro.
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A fine anni Settanta le intuizioni di Warren Weaver diventano realtà.
Con l’avvento di potenti calcolatori che consentivano simulazioni realistiche dei sistemi naturali si è andata affermando la ricerca scientifica della complessità in varie discipline: fisica, chimica, biologia ed economia.
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Gli ecosistemi della Terra sono compromessi e non ci sono molti anni per poter intervenire e, visto che la realtà è instabile e imprevedibile, Kate Raworth ci esorta:
perché non buttare via subito le metafore sbagliate per l’economia legate alla fisica newtoniana?
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perché non ragionare sin da ora tenendo conto che l’economia è un sistema di pertinenza della scienza della complessità?
La prossima volta parleremo della danza della complessità: la 4a mossa.
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Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo con i tuoi amici.
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Legenda relativa ai link:
* fonte citata nel libro “Economia della Ciambella”
** approfondimento suggerito da Culturaintour
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⭕ L’umanità ideale in tre immagini
20/01/2021, in Economia della ciambella
Lʼeconomia della ciambella di Kate Raworth – puntata 12 – terza parte
Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo
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3a mossa, Coltivare la natura umana
Passare dall’Uomo economico razionale
a Esseri umani sociali adattabili
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L’umanità ideale in tre immagini
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Kate Raworth ci esorta a coltivare la natura umana che abbiamo trascurato da troppo tempo perché impegnati a ricalcare il modello dell’uomo economico.
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Per poter vivere in armonia con il pianeta che è la “nostra casa”, dobbiamo ricordarci che:
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1. siamo esseri sociali e riconoscenti (e non strettamente egoistici)
2. abbiamo valori fluidi (e non gusti fissi)
3. siamo interdipendenti (e non isolati)
4. siamo approssimativi (e non calcolatori)
5. siamo parte della biosfera (e non dominatori della natura)
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.Come abbiamo visto nei nostri precedenti articoli qui e qui, dobbiamo desiderare di cambiare per poterci garantire uno spazio operativo sicuro per l’umanità.
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Come possiamo attuare i necessari cambiamenti?
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Le politiche economiche tradizionali portano a credere che un modo affidabile per cambiare il comportamento delle persone sia quello di intervenire sui prezzi: per creare mercati, per assegnare diritti di proprietà o applicare leggi.
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In molti casi però avvalersi dei prezzi come soluzione risulta essere una leva troppo sopravalutata dagli economisti del XX secolo che hanno invece sottovalutato il ruolo dei nostri valori, senso di reciprocità, network ed euristiche.
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In alcuni casi si mettono a rischio situazioni o progetti proprio quando si dà loro un prezzo.
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Nel 1970 Richard Titmuss evidenziò nel suo libro “The Gift Relationship” * – La relazione del dono – un’indagine sulle donazioni di sangue: emerse che la qualità del sangue era migliore in Gran Bretagna con i volontari senza compenso rispetto a quella degli Stati Uniti dove invece i donatori erano pagati.
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Quindi c’è da chiedersi: .
gli incentivi in denaro servono a rafforzare nelle persone “le motivazioni ad agire” o invece le spengono se si sostituiscono con il denaro?
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Il filosofo Sandel ha esposto le proprie preoccupazioni: il denaro può erodere valori e regole sociali trasformandole in regole di mercato.
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J. Rode,E. E. Gómez-Baggethun e T. Krause si sono occupati di questo fenomeno con la ricerca “Motivation crowding by economic incentives in conservation policy: a review of the empirical evidence”.*
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Il rapporto mostra che spesso iniziative politiche in ambito sociale – per esempio progetti di tutela ambientale che possono essere raccogliere rifiuti, piantare alberi o moderare il consumo di legname – con incentivi monetari non danno il risultato sperato.
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Kate Raworth suggerisce di avvalersi di mezzi più efficaci per motivare i cambiamenti comportamentali che si fondano su reciprocità, valori, accorgimenti e network.
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Puntare su incentivi, network e regole
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Gli incentivi – intesi come spinte comportamentali o accorgimenti – e gli effetti del network spesso funzionano perché si basano su regole e valori come senso del dovere, rispetto e attenzione.
Se vogliamo fare un esempio per l’acqua e/o l’energia, sono sufficienti semplici accorgimenti come installare timer per la doccia e per l’illuminazione.
In questo modo negli edifici sia pubblici che privati si possono ridurre i consumi e/o evitare lo spreco di acqua o energia.
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Gli effetti del network influenzano notevolmente i comportamenti sociali ed ecologici. Per citare un esempio, quando la giovane attivista pakistana Malala Yousafzai divenne nota per il suo impegno contro la sopraffazione dei bambini e a favore dell’istruzione, ispirò milioni di ragazze a reclamare il diritto di andare a scuola.
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Per rendersi conto della forza dei valori insiti negli esseri umani, si può far riferimento all’indagine di un gruppo di ricercatori statunitensi che cercava il modo per incentivare comportamenti ecologici.
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Vennero esposti alcuni cartelli in una stazione di servizio che invitavano gli automobilisti a fare un controllo gratuito delle gomme.
Le scritte sui cartelli facevano leva su motivazioni differenti: alcune su quella del risparmio economico, altre sulla tutela ambientale e altre ancora sulla sicurezza stradale.
II risultati migliori si ebbero quando vennero esposti i cartelli che dicevano:
“Ci tieni all’ambiente? Controlla la pressione delle gomme!”
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Richiamare i valori che possono far più presa fa una notevole differenza.
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Anche l’attivazione di norme sociali può avere effetti di ampia portata e alcuni esperti di comportamenti sociali sostengono che l’approccio più efficace consiste nel connettersi con i valori e le identità delle persone piuttosto che con il denaro.
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Ricominciamo a incontrarci
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La nostra sfida è abbandonare il ritratto dell’uomo economico.
A quali immagini sarebbe auspicabile ispirarci per disegnare un nuovo autoritratto economico?
Lo ha scoperto Kate Raworth che, nel corso del tempo, ha posto questa domanda a studenti, manager, politici.
Le immagini hanno un grande potere perché evocano valori molto forti e Kate ha rilevato che sono essenzialmente tre le figure che nel sentire degli intervistati descrivono l’umanità:
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una comunità perché noi esseri umani siamo una specie tra le più sociali e dipendiamo gli uni dagli altri;
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un seminatore-mietitore perché è una figura che ci porta al concetto di integrazione con tutto il mondo vivente dal quale dipendiamo;
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gli acrobati in quanto rappresentano la nostra capacità di avere fiducia, di rapportarci e di cooperare con gli altri per raggiungere risultati che da soli non si possono ottenere.
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Concludiamo con le parole di Kate Raworth:
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“Abbiamo già sprecato 200 anni osservando il ritratto sbagliato di noi stessi con l’uomo economico, con soldi in mano, calcolatrice in testa, natura sotto i piedi e un appetito insaziabile nel cuore.
È giunto il momento di diventare persone capaci di prosperare e di impegnarci a interagire tra noi e con questa nostra casa vivente che non è solo nostra.
Adam Smith affermava che l’uomo ama trasportare, barattare e scambiare ma diceva anche che noi e le società prosperiamo quando mostriamo la nostra umanità, giustizia, generosità e senso civico”.
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Proseguiamo la prossima volta per conoscere l’equilibrio meccanico.
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Legenda relativa ai link:
* fonte citata nel libro “Economia della Ciambella”
** approfondimento suggerito da Culturaintour
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⭕ L’umanità ideale in 5 passi …3,4,5
11/01/2021, in Economia della ciambella
L’Economia della ciambella di Kate Raworth – puntata 12, seconda parte
Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo
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3a mossa, Coltivare la natura umana
Passare dall’Uomo economico razionale
a Esseri umani sociali adattabili
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L’umanità ideale in 5 passi… 3,4,5
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Nell’articolo precedente ci si è resi conto di quanto sia complessa la natura umana che non può assolutamente essere rappresentata con il modello dell’uomo economico razionale.
Per passare a un nuovo ritratto dell’umanità nel XXI secolo sono necessari cinque cambiamenti.
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Due cambiamenti li abbiamo già visti e sono:
1. Da egoisti a socialmente riconoscenti
2. Da preferenze fisse a valori fluidi
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Ora proseguiamo.
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3. Da isolati a interdipendenti
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Raffigurare l’uomo economico razionale come individuo isolato e indifferente alle scelte degli altri è stata un’opzione funzionale alle teorie economiche classiche ma la natura umana ha la tendenza a uniformarsi e a essere condizionata dalle norme sociali.
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Oggi le persone sono sempre di più interconnesse in molti modi, soprattutto con i social media: una comunicazione così estesa genera un’influenza sociale che si traduce in comportamento collettivo.
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A questo proposito Matthew Salganik, Peter Dodds e Duncan Watts hanno condotto un esperimento su larga scala coinvolgendo ben 14000 giovani reperiti attraverso un sito web.
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Lo scopo della ricerca era indagare l’effetto dell’influenza sociale sull’azione collettiva*. I ricercatori hanno proposto agli adolescenti un campione di 48 canzoni inedite per analizzare come si sarebbe giunti a una hit parade attraverso i loro gusti musicali.
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I 14mila partecipanti vennero suddivisi in due gruppi.
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Nel primo (chiamato gruppo di controllo) la classifica delle canzoni era basata su scelte individuali in quanto ognuno ignorava quale canzone veniva votata dagli altri.
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Il secondo gruppo venne ulteriormente suddiviso in otto gruppi più piccoli chiamati “mondi”.
Questa volta i membri di ciascun gruppo conoscevano il voto dei compagni all’interno del proprio “mondo”.
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Il risultato?
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In tutti i gruppi sperimentali, la popolarità di ogni canzone dipendeva in parte dalla sua qualità e complessivamente in linea con il “gruppo di controllo” ma ogni “mondo” aveva creato una propria classifica influenzato da quello che facevano gli altri.
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Secondo gli autori buona parte della spiegazione può stare nel fatto che gli individui non prendono decisioni in modo del tutto indipendente, ma sono influenzati dal comportamento degli altri in modo imprevedibile, facendo passare in secondo piano l’elemento “qualità” del prodotti.
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Questo vuol dire che la forza delle reti sociali modella le nostre preferenze, opinioni, acquisti e comportamenti tanto più le persone sono interconnesse.
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Questa interdipendenza potrebbe essere utilizzata per generare cambiamenti comportamentali in positivo.
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4. Dal calcolo all’approssimazione
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L’Homo Sapiens non possiede l’affidabilità dell’uomo economico razionale e questo lo affermò Herbert Simon, economista, sin dagli anni Cinquanta.
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Successivamente Daniel Kahneman e Amos Tversky, entrambi psicologi, furono pionieri dell’economia comportamentale, applicarono cioè la psicologia allo studio delle decisioni economiche degli individui ritenendo che la psicologia avesse un ruolo determinante nelle scelte delle persone.
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Il programma di ricerca denominato “Heuristics and Bias Program” aveva lo scopo di studiare come le persone prendano decisioni in contesti caratterizzati da ambiguità, incertezza o scarsità delle risorse disponibili**.
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Nel 1974 pubblicarono “Judgment under Uncertainty: Heuristics and Biases” con il quale introducevano il termine “bias Cognitivo”
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Emerse che gli individui prendono le loro decisioni utilizzando euristiche (scorciatoie mentali), piuttosto che elaborati processi razionali (frutto di ragionamento lento, seguenziale e faticoso).
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Le euristiche di giudizio sono un meccanismo mentale residuo dell’evoluzione dell’Homo Sapiens che gli ha garantito la sopravvivenza e funzionano correttamente nella maggior parte dei casi. Tuttavia vi è una vasta gamma di euristiche che produce sistematiche distorsioni della realtà e sono i cosiddetti bias cognitivi.
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I bias cognitivi hanno lo scopo di rendere l’essere umano “cieco” rispetto a certe informazioni per favorire rapidità e semplicità decisionali con la conseguenza che ci conducono a conclusioni errate della realtà.
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Non a caso lo studio dei bias cognitivi è utilizzato nel mondo del marketing, della pubblicità e della gestione aziendale.
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Gerd Gigerenzer, psicologo evoluzionista, invece sostiene che “le buone intenzioni vanno oltre la logica” e che siamo sopravvissuti nel corso dell’evoluzione proprio grazie alle distorsioni cognitive.
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Per Gigerenzer gli economisti comportamentali “pensano che le persone non siano in. grado di comprendere il rischio e vadano indirizzate dalla nascita alla morte“ **.
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Possiamo concludere – dice Kate Raworth – che le euristiche funzionano nei contesti in cui si sono evolute. Per questo motivo tendono a non considerare un fenomeno inedito come i cambiamenti climatici che hanno la caratteristica di essere invisibili, graduali e con effetti a lungo termine.
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I politici dovrebbero quindi promuovere un cambiamento comportamentale avvalendosi di una combinazione efficace delle euristiche* basate sulla consapevolezza del rischio affiancata a incentivi comportamentali.
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5.Da dominanti a dipendenti
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Il filosofo inglese Francis Bacon nel XVII secolo scrisse “La razza umana recuperi quel diritto sulla natura che le appartiene per lascito divino” .
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Questa prospettiva ha sempre caratterizzato la cultura occidentale fino ai giorni nostri ma l’uomo, in realtà, non è al vertice della piramide della natura è strettamente connesso e dipendente dalle reti ecologiche.
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È grazie al periodo dell’Olocene – l’epoca geologica che abbiamo ormai lasciato alle spalle con il suo clima stabile, abbondanza d’acqua dolce, lo strato protettivo dell’ozono e l’abbondanza di biodiversità – se l’Homo Sapiens ha potuto evolversi e prosperare.
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Questo fa capire quanto l’umanità sia integrata nella biosfera e non a capo di essa.
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C’è bisogno di un cambiamento culturale, di una nuova consapevolezza rispetto al ruolo che si è dato l’umanità, come ha spiegato l’ecologo americano, Aldo Leopold “da conquistatori della comunità terrestre a suoi semplici membri e cittadini”**.
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Esiste un forte divario in merito alla relazione con la natura tra la popolazione STRANA – società industrializzate – e le comunità che vivono in centri rurali: la popolazione occidentale tende a rendere antropomorfo tutto il mondo vivente* **.
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Un primo passo è ridefinire il linguaggio.
Gli economisti ambientali per esempio descrivono il mondo vivente in termini di fornitura di “servizi ecosistemici” e di “capitale naturale” ma evocano le voci di asset di bilanci.
Per questo molti studiosi di economia invitano a trovare termini più efficaci per evidenziare la nostra interdipendenza con l’ambiente naturale.
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L’esperta di biomimetica Janine Benyus ha deciso di descrivere diversamente la nostra relazione con il mondo: parla della Terra come di “questa casa che è nostra ma non solo nostra”.
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Le parole giuste aiutano a modificare il nostro rapporto con la natura e ci consentono di avere l’atteggiamento idoneo per incamminarsi verso un futuro prospero in armonia con la Terra.
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Con questo articolo abbiamo imparato che l’umanità è interdipendente sia come specie che come parte di un ecosistema naturale complesso e vulnerabile.
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Lo stesso comportamento umano è estremamente complesso e imprevedibile per questo è necessaria la piena consapevolezza che servino profondi cambiamenti nel nostro atteggiamento mentale e culturale per incamminarci verso un futuro prospero in armonia con il pianeta.
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Come facciamo a cambiare?
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Gli incentivi monetari per superare la deprivazione umana e il degrado ecologico sono lo strumento migliore?
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E se i nostri valori, newtwork e i prinipici di reciprocità fossero più efficaci?
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Vedremo come risponde a questi interrogativi Kate Raworth nella prossima puntata.
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Legenda relativa ai link:
* fonte citata nel libro “Economia della Ciambella”
** approfondimento suggerito da Culturaintour
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Vuoi essere giovane per il futuro?
07/01/2021, in Newsletters
ciao Acculturato/a,
Buon 2021!
Nella foto vedi lo scorcio di un borgo da fiaba: è Solomeo, una piccola frazione di Corciano sulle colline intorno a Perugia, nel giro di pochi decenni, da luogo abbandonato, è oggi conosciuto in tutto il mondo come esempio di eccellenza. Presto ti sveleremo il suo segreto.
“È l’inizio dell’anno.
È questo il momento di farci un grande augurio e di ritrovarci con umiltà, con coraggio. con serietà, con creatività. Vorrei dire una cosa. Siamo un bel popolo costruito sulla bellezza e sulla cultura.
Siamo tra i più grandi manifatturieri al mondo per la qualità. Le nostre famiglie hanno 10 miliardi di risparmi. (Con il 2021) Partiamo da un’Italia importante, è la settima potenza mondiale pur essendo lo 0,7% della popolazione globale.
Troviamo il coraggio di vedere ciò che ci ha dato il mondo e non ciò che ci ha tolto, accettando ciò che non possiamo cambiare e vorrei fare una grande raccomandazione: sostituiamo la parola “paura” con “speranza”.
Dico ai giovani che se investiamo nel riparare, riutilizzare e recuperare avremo gran lavoro.
Torniamo a vivere in armonia con il creato e avremo un futuro più umano e luminoso”.
Brunello Cucinelli
Abbiamo iniziato con l’augurio di un grande uomo, che ha dato vita a “un’impresa umanistica” come ama definirla. Ci è piaciuto molto ascoltarlo in radio.
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Ti stiamo leggendo nel pensiero: “Sì sì, belle parole… facile a dirsi…”
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Molte persone sono concentrate sul vaccino per ritornare alla propria “vita normale” tuttavia è bene ricordarsi che il vaccino tutelerà il corpo. Nel frattempo alla cura dell’animo, non meno importante, ci dobbiamo pensare noi, per poter superare le sfide, per progettare e soprattutto per continuare a sognare.
L’atteggiamento mentale verso le situazioni crea il nostro “sentire” che ci porta a fare scelte in una direzione piuttosto che in un’altra. Tutte le nostre decisioni, sommate giorno per giorno, diventano la storia della nostra vita.
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Per questo, almeno per il momento solo un sogno, vogliamo portarti a Solomeo, sede della prestigiosa azienda del cashmere “Brunello Cucinelli” e vedere con i tuoi occhi come una visione del futuro è diventata realtà.
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Nato da una famiglia contadina Brunello Cucinelli ha fondato la sua azienda su principi etici nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Una realtà in cui l’uomo è al centro dell’impresa e il lavoro è inteso come espressione del valore umano, il profitto diviene un mezzo per conseguire il fine superiore del vero bene, per migliorare la vita di chi lavora, per valorizzare e recuperare le bellezze del mondo.
Solomeo, piccolo borgo medievale, oggi è sede dell’azienda e luogo dedito alla cultura, all’arte, alla tradizione, alla storia.
Facciamoci ispirare da questi grandi personaggi, immaginiamoci il futuro che vogliamo e poi imbocchiamo la strada per realizzarlo.
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Cosa puoi fare? Come puoi immaginare il futuro che vuoi?
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Un programma da suggerirti lo abbiamo: Giovane per il futuro o meglio: “Young4Future”.
La Camera di Commercio Como-Lecco ha realizzato una serie di webinar per ragazzi delle medie e delle superiori, genitori (o adulti) e docenti con lo scopo di favorire l’incontro tra professionisti ed imprese che si occupano di sostenibilità e tutela ambientale e offrire agli studenti una visione ampia, multidimensionale rispetto al tema della sostenibilità.
Clicca sul bottone qui sotto per accedere alla pagina web: troverai i i link per registrarti ai webinar che ti interessano:
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Verrà rilasciato Attestato di Partecipazione alla formazione sulla Sostenibilità.
Se preferisci il programma in formato pdf per inoltrarlo ai tuoi amici, clicca sul bottone qui sotto:
È tutto, un abbraccio.
Ester e Margherita
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Conosci studenti? Questa mail è per te
23/04/2020, in Newsletters
ciao Accultourato,
Oggi si celebra la Giornata mondiale della Terra,
il più grande evento ambientalista del Pianeta giunto alla 50° edizione.
Non potevamo scegliere una giornata migliore per farvi conoscere i
ragazzi di “We For The Planet”. Li abbiamo conosciuti qualche mese fan occasione della “Giornata per i diritti umani” organizzata al Liceo Terragni di Olgiate Comasco e ci sono piaciuti subito per il loro grande spirito d’iniziativa affiancato a determinazione e concretezza
e lo verificherai leggendo più avanti.
Per questo abbiamo pensato di presentarli anche a te: lo facciamo attraverso alcune domande che abbiamo rivolto loro.
Il nostro vivo auspicio è che ti entusiasmino al punto di inoltrare questa mail agli studenti che conosci, così che si possano unire a We For The Planet altri studenti, tanti altri.
Abbiamo bisogno di fiducia per il futuro.
Abbiamo bisogno con urgenza di cambiare direzione per migliorare questo mondo.
Puoi iniziare a farlo da subito facendo conoscere queste meravigliose realtà
(e sottolineiamo realtà).
Ora passiamo al dunque e lasciamo la parola a Lorenzo Carbone che ci racconterà com’è nata l’idea con la prima risposta mentre tutte le altre sono a nome di We For The Planet e redatte dal loro Consiglio.

Lorenzo, come ti è venuta l’idea di creare We For The Planet?
Come hai fatto a coinvolgere i tuoi compagni di scuola ?
L’idea di We For The Planet nasce in un clima generale di crescente
interesse nei confronti del cambiamento climatico.
Non solo per quanto riguarda i movimenti di protesta nati negli scorsi anni,
ma in generale dell’opinione pubblica.
Ho ritenuto importante e cruciale quindi sfruttare questo momento
particolare per portare un elemento di novità all’interno della nostra scuola, che consentisse alle studentesse e agli studenti di mettere in campo i propri talenti, idee e potenzialità per un obiettivo nobile e di rilevanza globale.
Il cambiamento climatico è infatti un fenomeno di portata enorme, eppure
l’unico modo in cui può essere sconfitto è tramite una sistematica
azione locale, coordinata e consapevole.
Non appena iniziai ad elaborare l’idea, mi confrontai con l’amico e compagno di classe Matteo Casartelli, insieme al quale ho iniziato a costruire il gruppo a partire dalle basi.
Inizialmente abbiamo coinvolto altri ragazzi semplicemente tramite
il passaparola, parlandone ai nostri amici che ritenevamo potessero
essere più interessati a partecipare.
A partire da questo primo nucleo, abbiamo elaborato una strategia
più estensiva, che ci consentisse di giungere a tutti gli studenti del Terragni.
Abbiamo dunque creato una pagina instagram di We For The Planet,
ideato dei contenuti che spiegassero l’idea e gli obiettivi di WFTP e poi
chiesto supporto alle pagine social d’istituto, come quella dei rappresentanti
degli studenti, per giungere a più ragazze e ragazzi possibili.
Al secondo anno scolastico di We For The Planet, ovvero quello corrente,
abbiamo fatto un passo avanti, organizzando a settembre una giornata di
“Open Day” per tutti coloro che fossero interessati ad entrare.
Grazie a questa idea, elaborata in team, siamo riusciti a garantire un ottimo
ricambio generazionale. In questo momento particolare stiamo riflettendo su come continuare a coinvolgere i nuovi studenti, garantendo una certa
componente di novità dietro a un metodo in costante consolidamento.
Quali sono i vostri obiettivi?
I nostri obiettivi derivano dalla nostra convinzione che ognuno nel suo
piccolo possa fare qualcosa. Per questo motivo, in primo luogo,
vorremmo estendere questo progetto alle scuole della provincia e magari poi di tutta la Lombardia. È ovviamente il nostro più grande sogno fondare
un grande We For The Planet in tutta Italia.
Accanto a questo fine si trova la conversione delle scuole verso la sostenibilità.
Attuiamo perciò progetti come l’eliminazione della plastica tramite l’utilizzo di borracce, usare nuovi sistemi di alimentazione energetica e sostituire i bicchieri di plastica per le bevande con quelli di carta riciclabile.
Il terzo, che riteniamo ugualmente essenziale, è la sensibilizzazione.
Il primo step per risolvere un problema, infatti è riconoscerlo e informarsi
a proposito. Conferenze, dibattiti e social media sono i canali che più ci permettono di appassionare e tenere al corrente le persone sulla questione ecologica.
Quanti studenti siete in We For The Planet e come siete organizzati?
Al momento esistono tre gruppi WFTP, uno presente al Terragni, dove tutto
è partito e che conta 25 membri attivi, uno al Liceo A. Volta di Como con
circa 20 membri attivi e uno al Liceo Marie Curie di Tradate, dove i partecipanti sono circa una decina.
All’interno di WFTP siamo organizzati in comitati, ognuno con un’area di lavoro distinta.
Al Terragni i comitati sono: Conversione, Eventi, Scuole, il quale si occupa
del coinvolgimento di altri istituti nella rete, Social e Artistico, che realizza
cartellonistica e installazioni a tema cambiamento climatico.
Ogni comitato si ritrova autonomamente una volta alla settimana, mentre,
mensilmente, ci si riunisce tutti nell’Assemblea, dove vengono presentati nuovi progetti, ci si scambia opinioni e ci si aggiorna sull’andamento dei lavori.
L’Assemblea di We For The Planet è sovrana.
Inoltre è da poco stato istituito il Consiglio di WFTP, per ora attivo solo al Terragni, che risponde direttamente all’Assemblea. Il Consiglio ha il compito di rappresentare WFTP, svolgere le mansioni amministrative e mantenere i contatti con le diverse associazioni ed enti con cui siamo in collaborazione.
Avete già raggiunto dei risultati e quali difficoltà incontrate?
Fin dai primi mesi dalla fondazione di We For The Planet, abbiamo raggiunto grandi
traguardi, sia in senso concreto, sia nella costruzione dei legami all’interno del gruppo.
Circa tre mesi dopo il giorno zero abbiamo vinto il bando 2018-2019 di Youth Bank Olgiate Comasco con il nostro progetto pilota, il Piano di Conversione Ecosostenibile per l’Istituto Terragni, aggiudicandoci un premio di 3500€ da spendere in una serie
di misure da attuare nella nostra scuola per abbatterne l’impronta carbonica, tra cui abbiamo borracce gratuite per tutto il corpo studentesco, erogatori di acqua potabile plastic-free, regolatori di portata per i rubinetti e molto altro.
A un anno dalla vittoria possiamo orgogliosamente affermare che le misure sono state quasi tutte portate a compimento e che presto il Piano sarà completato.
Durante questo anno abbiamo anche partecipato ad eventi relazionati al
cambiamento climatico in qualità di relatori, come la Giornata dei Diritti Umanindel Terragni, ma anche organizzato degli eventi indipendenti, come il concerto di raccolta fondi “Punk Goes Green Vol. I”, realizzato dal nostro comitato Eventi.
Inoltre, siamo riusciti a coinvolgere già due scuole all’interno del nostro progetto di rete, formando due nuovi gruppi al Liceo M. Curie di Tradate e al Liceo A. Volta di Como, mentre stiamo lavorando a costituire un gruppo WFTP anche al Liceo E. Fermi di Cantù.
Un’altra grande occasione nata dalla costante evoluzione della nostra associazione studentesca è la collaborazione con Fridays For Future Como, dalla quale, se non fosse stato per la quarantena, sarebbero nati due interessanti eventi: una giornata di pulizia delle vie di Como e una conferenza con dibattito sul tema del consumismo, relazionato al cambiamento climatico.
Sicuramente continueremo a mantenere vivi questi progetti di collaborazione, non appena questo periodo particolare sarà passato.
Il traguardo più grande che abbiamo tagliato è tuttavia quello di aver formato un team appassionato e fedele al proprio obiettivo, in grado di giudicarsi criticamente, individuare i difetti nel metodo e nella relazioni interne e dunque trasformare queste debolezze in occasioni di crescita.
Se una studentessa o uno studente volesse organizzare un gruppo nella propria scuola come deve procedere?
Siamo sempre disponibili ad accogliere richieste da parte di qualsiasi scuola
per fondare un nuovo WFTP. L’interessato può trovare i nostri contatti sia su
Instagram sia sul nostro sito. Una volta ricevuto il messaggio, un membro
del Consiglio si metterà tempestivamente in comunicazione per chiarire i
punti focali del progetto. Nel caso in cui ci sia interesse, il nostro Comitato
Scuole affiancherà durante tutta la creazione del nuovo WFTP gli studenti
della nuova scuola per mettere a loro disposizione i consigli e i metodi più
funzionali che noi stessi abbiamo utilizzato e che stiamo perfezionando. Per
qualsiasi problema o dubbio si può fare riferimento a questo comitato che è
stato creato proprio per ogni eventuale necessità.
Questa intervista sarà inviata a tutti gli iscritti alla nostra newsletter, per la maggior parte sono persone adulte e molte delle quali hanno figli o nipoti della tua età, vuoi aggiungere qualcosa?
Da studenti abbiamo notato spesso che molte persone, in particolare quelle in età avanzata, credono di non essere adatte a cambiamenti, che ormai la loro vita sia già improntata in una certa direzione e giustificandosi con frasi del tipo “ormai è troppo tardi per cambiare le mie abitudini” oppure “tocca ai giovani!” si convincono di non poter agire concretamente per combattere la crisi climatica.
In questi mesi di esperienza, come gruppo abbiamo invece imparato che chiunque
può essere parte attiva del cambiamento. Ognuno di noi è chiamato ad agire di fronte a questa emergenza e può farlo partendo dalle piccole scelte quotidiane cui è abituato a compiere. Per esempio potrebbe scegliere mercati locali invece che ipermercati, limitare la spesa in imballaggi di plastica, comprare solamente prodotti di stagione evitando
quelli importati da paesi tropicali, dove possibile coltivare l’orto e via dicendo.
Tolstoj diceva: “Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso”.
Ecco, noi ragazzi di WFTP crediamo che proprio nel momento in cui si cambiano
le piccole cose, in questo caso le piccole azioni quotidiane, si realizzino i grandi
cambiamenti.
Dunque invitiamo tutti gli iscritti alla newsletter (e non) a riflettere sulle scelte fino ad ora da loro intraprese ed orientarsi verso scelte più sostenibili.
Complimenti per il vostro sito web, avete altri canali di comunicazione?
Abbiamo diversi canali di comunicazione tramite cui ci si può mettere in contatto con WFTP:
le nostre pagine Instagram
@wefortheplanet_terragni e @wefortheplanet_volta;
sito: https://wefortheplanet.wordpress.com email: wefortheplanetmovement@gmail.com
Inoltre, abbiamo recentemente aperto la nostra newsletter a cui si può accedere tramite il link nella bio della pagina Instagram di WFTP Terragni e Volta.

Ci auguriamo questo articolo ti sia utile e se vuoi fare conoscere We For The Planet, condividilo!
Grazie!
Ester e Margherita
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⭕ L’autorità dell’economia
21/03/2020, in Economia della ciambella
Lʼeconomia della ciambella di Kate Raworth – puntata 2
Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo
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L’autorità dell’economia
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Il termine “economia” ci giunge dall’antica Grecia con il significato di “Arte della gestione domestica”.
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Per gestire la casa planetaria nel XXI secolo, con le sue enormi sfide, occorre avere necessariamente una visione nuova e a lungo termine e pertanto la teoria economica avrà un ruolo centrale.
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Come afferma F.S. Michaels nel suo libro “Monoculture: How One Story is Changing Everything”, la questione principale è economica: convinzioni, valori e assunzioni economiche stanno modellando il modo in cui pensiamo, sentiamo e agiamo.
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Gli economisti, dunque, hanno una grande responsabilità. Sensazione che era percepita fortemente da due economisti tra i più influenti del XX secolo che, pur avendo prospettive teoriche e politiche opposte, concordavano su uno stesso argomento.
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John Maynard Keynes, economista britannico, in una intervista negli anni Trenta, dichiarava:
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“Le idee degli economisti e dei filosofi politici, sia quando esse sono esatte sia quando sono sbagliate, sono più potenti di quanto si ritenga comunemente.
..
In realtà il mondo è regolato da poco altro”.
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Friedrich von Hayek, austriaco, padre del neoliberismo degli anni Quaranta, nel 1974 fu insignito del premio Nobel per l’economia. In quella occasione disse:
“Il premio Nobel conferisce a un individuo un’autorità che in economia nessun uomo dovrebbe possedere perché l’influenza dell’economista è quella che più pesa sui profani: politici, giornalisti, impiegati statali e popolazione in generale”.
..
Quanto possa influenzare il pensiero economico su una società è palese dalla ridefinizione del linguaggio: siamo passati da “strutture sanitarie” e “pazienti” a “fornitori di servizi” e “clienti”.
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Gli economisti hanno attribuito per i campi e le foreste di tutti i continenti “un valore monetario del capitale naturale” e un “valore monetario dei servizi ecosistemici” per l’impollinazione degli insetti.
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In questo quadro abbiamo il settore finanziario che esalta la sua importanza con i resoconti e le quotazioni nei media: radio, telegiornali, giornali.
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Risulta evidente che il contesto e le sfide del XXI secolo necessitino di ripensare l’economia e qui ci scontriamo con la realtà.
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Negli Stati Uniti è stato realizzato un corso introduttivo standard di economia – Econ 101 – che è stato tradotto in molte lingue: milioni di studenti di tutto il mondo studiano lo stesso identico libro.
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Econ 101 è un testo che fornisce le basi dell’economia classica ed è rivolto agli studenti universitari con il risultato che intere generazioni di futuri economisti ma anche di imprenditori, medici, giornalisti o decisori politici sono formati con il medesimo linguaggio e approccio mentale. Questi ultimi modellano il modo in cui si pensa all’economia: cos’è, come funziona e a cosa serve.
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A questo punto la domanda da farsi è:
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Se in un’epoca di veloci trasformazioni e ardue sfide continuiamo ancora oggi a formare gli studenti con un approccio mentale che si basa su testi di economia del 1950 a loro volta derivanti da teorie del 1850, come possono costruire un avvenire prospero?
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Lo scopriremo con la prossima puntata.
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Ci auguriamo che queste riflessioni ti abbiamo coinvolto.
Aiutaci a diffondere consapevolezza: metti mi piace alla pagina facebook di Culturaintour...
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Occorre dare il meglio
07/01/2020, in Newsletters
ciao,
Eccoci nel 2020!
Con il nuovo anno, sei tra le persone che si sentono belle cariche con un sacco di progetti oppure tra i disllusi che pensano che tanto le cose cambiano solo in peggio?
Si può scegliere anche la via di mezzo e rimanere disincantati davanti a ogni fatto della vita.
Comunque sia come la pensi, il tempo passa e bisogna ricordarsi che
“Nessun uomo è un’isola” (cit. John Donne)
Ogni persona è parte integrante della collettività, dell’umanità.
Sebbene ti sembrano argomenti “lontani” da te, dalle tue competenze, dal tuo raggio d’azione, è ora che ognuno di noi si interessi della sfida che abbiamo di fronte: i cambiamenti climatici.
Si tratta di una grande crisi globale che ci sta insegnando molto e richiede di dare il meglio di noi stessi.
Per conoscere la questione del cambiamento climatico, ti aspettiamo alla conferenza con Serena Giacomin, giovedì 16 gennaio ore 21:00 a Caslino al Piano.
L’organizzazione di questa serata ci vede in collaborazione con il Comune di Cadorago ed è il secondo appuntamento di quattro.
Clicca sul bottone qui sotto per la locandina.
Serena Giacomin ci spiegherà la fondamentale differenza tra meteo e clima e ti aiuterà a valutare con senso critico le notizie che senti sui social, sui giornali o in tv.
Troppo spesso si associa il cambiamento climatico a qualcosa che riguarda il futuro, quando invece gli effetti sull’ambiente, sulla società e sull’economia sono evidenti già oggi. I dati lo dimostrano e descrivono come l’equilibrio planetario sia a rischio, per cui è necessario agire nell’immediato.
Per questo occorre che si diventi cittadini responsabili con un forte senso di comunità e soprattutto animati da un’incrollabile fiducia nel futuro.
Facciamo diventare quest’anno uno degli anni più importanti ed entusiasmanti della nostra vita.
La più grande crisi è la più grande opportunità.
Un abbraccione,
Ester e Margherita
* ° * ° * ° *
La tua agenda nuova nuova 🌲
21/12/2019, in Newsletters
ciao, Forse hai già preso la nuova agenda 2020… Agenda, dal latino agire, fare e quindi “cose da fare”. È bene soffermarci anche a pensare alle “cose fatte” (e “non fatte”) per fare un bilancio dell’anno che stiamo per lasciare alle spalle: magari è andato un po’ meno bene di come l’avevamo progettato o, speriamo, è andato anche meglio. Ora ti raccontiamo in poche righe il bilancio del nostro anno, come Culturaintour. Intanto, dietro le quinte, è proseguito incessantemente il ns. impegno dedicato alla sostenibilità. – abbiamo consolidato le ns. competenze nell’ambito della cultura – con il ns. Comune di residenza abbiamo programmato una serie di conferenze con relatori di alto profilo sul tema… scottante del cambiamento climatico. -abbiamo avviato le divertenti visite teatrali a Como in collaborazione con Dramatrà. A te com’è andata? Ora ti lasciamo, hai un grande impegno: scrivere sulla tua agenda quello che farai, quello che vuoi davvero realizzare di bello nel prossimo anno ed è importante più di ogni altra cosa perché in fin dei conti “La vita è come una commedia, quel che conta è com’è recitata.” Tantissimi auguri di Buon Natale e felice 2020 ! |
Le tue 101 azioni per ridurre le emissioni di co2
12/09/2019, in Newsletters
ciao accultourato,
Ispirandomi all’articolo del blog Efficacemente di Andrea Giuliodori, “100 abitudini per cambiare vita” ho pensato di proporti 101 azioni possibili per ridurre le emissioni di co2.
Molti comportamenti sono stranoti quello che ci sfugge è cosa c’è
dietro a un buono o cattivo stile di vita.
Ce ne sono di più o meno
importanti, di facili e di difficili, di scomode, di costose e di
convenienti.
Nessuno riuscirà a usarle tutte, tutti ne troveranno
qualcosa di utile.
Ciò che mi piace di questo elenco è scegliere un’azione per iniziare a sentirsi più partecipi per prendere una nuova strada. Tutto il resto arriverà in modo più consapevole.
Le azioni sotto elencate sono tratte dal libro di Stefano Caserini “Il clima è (già) cambiato” e riguardano la casa, il luogo di lavoro, la mobilità, i risparmi, gli acquisti e la vita quotidiana:
1.Conoscere e far conoscere il problema dei cambiamenti climatici 2.Partecipare a iniziative e manifestazioni contro i cambiamenti climatici
3.Votare tenendo conto dell’impegno dei partiti e dei candidati sul tema dei cambiamenti climatici
4.Contattare i propri rappresentanti politici per chiedere legislazioni efficaci per ridurre le emissioni di gas serra.
5.Chiedere alla propria zona/ città/provincia/regione di approvare un piano per l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni di gas serra.
6.Disinvestire i propri risparmia o azioni da aziende legate all’estrazione di combustibili fossili in particolare di carbone.
7.Investire i propri risparmi in azioni di aziende legate alle energie rinnovabili e all’efficienza energetica.
8.Chiedere che i propri contributi pen sionistici non sian o investiti in fondi legati alle società dei combustili fossili.
9.Compensare le proprie emissioni con crediti relativi a progetti di compensazione certificati da enti accreditati o dagli organi competenti della Convenzione Onu sul clima.
10.Scegliere fornitori di elettricità 100% rinnovabile
11.Spegnete le luci inutili
12.Usare luce naturale il più possibile: aprendo le persiane o tapparelle e spostando le tende.
13.Pulire lampade e portalampade per aumentare la luminosità
14.Orientare il flusso luminoso verso la zona da illuminare.
15.Utilizzare solo lampade ad alta efficienza.
16.Non lasciare in stand-by televisori, videoregistratori, computer, monitor, stereo, radio
17.Spegnere il computer, il monitor, la televisione lo stereo e la radio se non sono utilizzati.
18.Staccare i trasformatori di apparecchi che non si stanno utilizzando
19.Non lasciare il carica batterie del cellulare inserito nella presa elettrica dopo la carica.
20.Acquistare solo elettrodomestici in classe di efficienza A o superiori.
21.Pulire almeno una volta all’anno la serpentina posteriore del frigorifero.
22.Sbrinare ogni qualvolta si forma uno strato di ghiaccio sulle pareti del congelatore.
23.Far funzionare gli elettrodomestici nelle fasce non di punta (sera e notte.
24.Utilizzare la lavastoviglie o lavatrice a pieno carico.
25.Abbassare completamente le tapparelle e chiudere le persiane nelle ore notturne.
26.Abbassare le tapparelle nelle ore diurne nei locali riscaldati non ma non utilizzati.
27.Limitare la temperature interna della casa.
28.In inverno, non arieggiare le stanze troppo a lungo.
29.Acquistare una caldaia di elevata efficienza, preferendo quelle a condensazione.
30.Spurgare l’aria dei termosifoni e radiatori per tenerli sempre alla massima efficienza.
31.Evitare di coprire i termosifoni con mobili, tende o copri-termosifoni.
32.Evitare le stufette elettriche.
33.In inverno, evitare di aprire le finestre se fa troppo caldo: meglio regolare il termostato per abbassare la temperatura.
34.In inverno, tenere le porte chiuse per evitare che il calore si propaghi in ambienti che non è necessario riscaldare.
35.Interessare l’amministratore condominiale se il riscaldamento centralizzato è troppo caldo per trovare una soluzione (cene sono).
36.Chiedere all’amministratore un sistema di contabilizzazione del calore se si ha un impianto di riscaldamento centralizzato.
37.Spegnere la caldaia nelle ore notturne o regolare il timer per farla riaccendere solo poco prima di quando ci si dovrà alzare.
38.In estate, se c’è l’aria condizionata, evitare di aprire le finestre se fa troppo freddo: meglio regolare 39.il climatizzatore per diminuire la refrigerazione. Se la temperature dipende da un sistema centralizzato, migliorare la regolazione o richiedere l’intervento dei tecnici preposti.
39.In estate, regolare il climatizzatore sul consumo energetico ottimale e comunque accendendo solo se necessario. Ricordare che a più basse velocità di ventilazione, la quantità di aria tratta è minore e quindi viene meglio raffreddata e soprattutto maggiormente deumidificata, con conseguente maggiore sensazione di benessere.
40.In estate, tenere le porte chiuse per evitare che il fresco si propaghi in ambienti che non è necessario raffreddare.
41.Sostituire i vecchi serramenti installando modelli certificati doppi o trilpli vetri.
42.Applicare tendaggi pesanti davanti alle finestre (ma non davanti ai termosifoni).
43.Coibentare le pareti se si ristruttura la casa in modo da impedire la dispersione del calore verso l’esterno.
44.Se si costruisce una nuova casa chiedere la massima efficienza energetica (per esempio classe A o passiva).
45.Sostituire stufe e camini a legna con impianti pellet.
46.Installare un impianto per il riscaldamento solare termico.
47.Installare un impianto di produzione di energia fotovoltaica.
48.Installare una pompa geotermica.
49.Evitare lo scaldabagno elettrico.
50.Regolare la temperatura dello scaldabagno a temperature basse (40° in estate e 60° in inverno).
51.Utilizzare miscelatori per ridurre il consumo di acqua.
52.Raccogliere e utilizzare l’acqua piovana per innaffiare il giardino o terrazzo.
53.Preferire la doccia al bagno.
54.Preferire il ventilatore ai condizionatori.
55.Evitare di accendere il condizionatore se non è indispensabile.
56.Regolare il condizionatore a non meno di 26° e non più di 8°C in meno della temperatura esterna.
57.Chiudere persiane e tapparelle per proteggere la casa dal caldo.
58.Proteggere la casa dal caldo con tende esterne e schermi solari.
59.Tenere bassa la temperatura della lavatrice e lavastoviglie.
60.Evitare l’asciugatrice dei panni e asciugare all’aria.
61.Evitare alti giri di centrifuga se si può stendere all’aperto.
62.Limitare l’uso del ferro da stiro.
63.Spegnere il computer quando non se ha bisogno per un tempo prolungato.
64.Impostare l’opzione di risparmio energetico al proprio computer.
65.Camminare quando possibile per evitare l’uso dell’auto.
66.Usare i mezzi pubblici.
67.Usare la bicicletta negli spostamenti urbani.
68.Usare il bike sharing.
69.Usare il car pooling.
70.Condividere l’auto con altre persone (car sharing, bla-bla car; etc)
71.Guidare in modo rilassato evitando brusche accelerazioni e mantenendo la velocità il più possibile costante.
72.Limitare la velocità massima di guida dell’auto o della moto.
73.Cambiare marcia prima possibile.
74.Ottimizzare gli spostamenti in auto evitando viaggi inutili.
75.Controllare spesso la pressione degli pneumatici: mantenere la giusta pressione riduce i consumi.
76.Se si deve acquistare un’auto, scegliere con basse emissioni co2
77.Preferire lo scooter all’auto.
78.Preferire i treni agli aerei.
79.Partecipare a iniziative quali Piedibus o bicibus.
80.Utilizzare le videoconferenze per limitare gli spostamenti.
81.Consumare di meno in generale e in particolare non sprecare cibo.
82.Fare la spesa in modo consapevole comprando solo ciò su cui realmente si a bisogno
83.Evitare i prodotti usa e getta, in particolare evitando quelli non riciclabili.
84.Preferire alimenti non confezionati o confezionati con materiale riciclato o riciclabile.
85.Comprare prodotti riciclati (per esempio in carta e in plastica riciclati).
86.Differenziare i rifiuti come richiesto con particolare attenzione a vetro, alluminio, carta, rifiuti organici.
87.Non stampare fogli inutili e non fotocopiare inutilmente.
88. l’acqua in bottiglia di plastica (se possibile meglio quella del rubinetto).
89.Controllare l’etichetta dei prodotti o la scheda del prodotto online scegliendo prodotti ecologici certificati (Ecolabel europeo)
90.Utilizzare la pentola a pressiome.
91.Cucinare tenendo il coperchio della pentola per risparmiare gas.92.Non far bollire eccessivamente l’acqua.
93.Limitare l’uso dell’acqua calda in cucina e preferite quella fredda quando possibile.
94.Limitare l’uso del forno elettrico spendendolo qualche minuti prima per sfruttare il calore residuo.
95.Preferire prodotti locali e di stagione.
96.Evitare prodotti coltivati in serre riscaldate artificialmente.
97.Limitare consumo di carne.
98.Preferire carne di suino o di pollo alla carne di manzo.
99.Protestare contro la cattiva informazione sul clima.
100.Sostenere progetti di cooperazione sui temi dell’alimentazione sostenibile e delle energie rinnovabili.
101.Far conoscere le proprie azioni per ridurre le emissioni di gas serra.
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Margherita
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