Se niente importa, non c’è niente da leggere

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ciao acculturato/a,

(Ri)Eccoci. Ci sentiamo più raramente e nel frattempo tutto cambia senza che ci accorgiamo. Siamo immersi a pieno ritmo nelle nostre attività quotidiane e dinanzi alle brutture del mondo, possiamo reagire in modi diversi: creandoci uno scudo di protezione psicologica e ignorando tutto oppure rimuginando continuamente su pensieri negativi che finiscono per alimentare una costante ansia. Noi seguiamo la filosofia di Richard Buckminster Fuller che ci dà davvero entusiasmo e speranza. Nel nostro lavoro, lo si nota subito perché dedichiamo meno spazio alle classiche visite culturali e ci occupiamo molto di più di temi della nostra epoca. Poi  certamente ognuno di noi può scegliere di non voler prestarvi attenzione: in questo caso, anche se con dispiacere, non ti invieremo più le newsletters.
Ora iniziamo!

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Come ricorderai, abbiamo attivato un’importante collaborazione con Ener2Crowd, una startup fondata da giovani, esperti nel settore delle energie rinnovabili. Pensa che uno di loro, Niccolò Sovico,  nel 2020 è stato nominato da Forbes tra i primi 100 innovatori giovani d’Italia under 30 nel settore energia. Del resto, può succedere se a 8 anni un bambino costruisce il suo primo circuito elettrico e installa un sistema di illuminazione a una scarpa da ginnastica. 

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Ma cosa fa Ener2Crowd di tanto speciale?  Te lo diciamo subito, anche perché può interessare a te personalmente.

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Ener2Crowd è la prima piattaforma finalizzata a investimenti di progetti di efficienza energetica e di energie rinnovabili. Puoi venire a conoscerli di persona. Ci saremo anche noi il 27 ottobre con la terza edizione del GreenVesting Forum.

.Nel corso dell’evento verrà presentato  il nostro nuovo video con l’attore Enrico Ballardini che ha scritto e interpretato il “consigliere Cambiarotta“, un politico medio che cerca di ottenere il consenso popolare attraverso discorsi retorici e fintamente volti alla risoluzione delle problematiche legate alla sostenibilità.

Il progetto educativo è a cura del Comitato Etico di Ener2crowd. Nel video si parla di consumo della carne, il 90% della quale  proviene da allevamenti intensivi. Se non lo hai ancora fatto, ti consigliamo di leggere il libro di Jonathan Safran Foer “Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?” o, il più recente, “Possiamo salvare il mondo prima di cena”.  Se li hai letti, per favore scrivici e facci sapere le tue impressioni. 

L’autore nei suoi libri parla moltissimo dei ricordi di sua nonna e della forza che durante la guerra la spinse a rifiutare carne di maiale che l’avrebbe tenuta in vita perché non era cibo kosher:  «se niente importa, non c’è niente da salvare».

Magari ci vediamo il 27 ottobre presso Le Village di Crédit Agricole. Per conoscere il programma fai clic su “GreenVesting Forum”. Tieni presente che bisogna registrarsi.

È tutto e non farti sfuggire la nota qui sotto.

Un grande abbraccio,

Margherita e Ester

p.s.
C’è tanto bisogno di informazione in merito alla crisi climatica. Non è per niente facile catturare l’attenzione su questo argomento.

Per questo, in collaborazione con l’associazione “Ci sarà un bel clima” che mi ha fornito il materiale, ho realizzato un piccolo bigino semplice e conciso che ho pubblicato sui social dal titolo “Global..che?!”  Oggi ti lascio una delle pagine del bigino aggiuntivo dal titolo “Caro diario”: ho messo per iscritto il percorso che mi ha portato a studiare e approfondire la crisi climatica. Spero lo riterrai utile…..ma se niente importa, non c’è niente da leggere. Margherita

Leggi: Fase 1, quando capisci

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⭕ L’autorità dell’economia

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Lʼeconomia della ciambella di Kate Raworth – puntata 2

Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo

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L’autorità dell’economia

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Il termine “economia” ci giunge dall’antica Grecia con il significato di “Arte della gestione domestica”.

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Per gestire la casa planetaria nel XXI secolo, con le sue enormi sfide, occorre avere necessariamente una visione nuova e a lungo termine e pertanto la teoria economica avrà un ruolo centrale.

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Come afferma F.S. Michaels nel suo libro “Monoculture: How One Story is Changing Everything”, la questione principale è economica: convinzioni, valori e assunzioni economiche stanno modellando il modo in cui pensiamo, sentiamo e agiamo.

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Gli economisti, dunque, hanno una grande responsabilità. Sensazione che era percepita fortemente da due economisti tra i più influenti del XX secolo che, pur avendo prospettive teoriche e politiche opposte, concordavano su uno stesso argomento.

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John Maynard Keynes, economista britannico, in una intervista negli anni Trenta, dichiarava:

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“Le idee degli economisti e dei filosofi politici, sia quando esse sono esatte sia quando sono sbagliate, sono più potenti di quanto si ritenga comunemente.

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In realtà il mondo è regolato da poco altro”.

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Friedrich von Hayek, austriaco, padre del neoliberismo degli anni Quaranta, nel 1974 fu insignito del premio Nobel per l’economia. In quella occasione disse:

“Il premio Nobel conferisce a un individuo un’autorità che in economia nessun uomo dovrebbe possedere perché l’influenza dell’economista è quella che più pesa sui profani: politici, giornalisti, impiegati statali e popolazione in generale”.

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Quanto possa influenzare il pensiero economico su una società è palese dalla ridefinizione del linguaggio: siamo passati da “strutture sanitarie” e “pazienti” a “fornitori di servizi” e “clienti”. 

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Gli economisti hanno attribuito per i campi e le foreste di tutti i continenti “un valore monetario del capitale naturale” e un “valore monetario dei servizi ecosistemici” per l’impollinazione degli insetti.

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In questo quadro abbiamo il settore finanziario che esalta la sua importanza con i resoconti e le quotazioni nei media: radio, telegiornali, giornali.

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Risulta evidente che il contesto e le sfide del XXI secolo necessitino di ripensare l’economia e qui ci scontriamo con la realtà.

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Negli Stati Uniti è stato realizzato un corso introduttivo standard di economia – Econ 101 – che è stato tradotto in molte lingue: milioni di studenti di tutto il mondo studiano lo stesso identico libro. 

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Econ 101 è un testo che fornisce le basi dell’economia classica ed è rivolto agli studenti universitari con il risultato che intere generazioni di futuri economisti ma anche di imprenditori, medici, giornalisti o decisori politici sono formati con il medesimo linguaggio e approccio mentale. Questi ultimi modellano il modo in cui si pensa all’economia: cos’è, come funziona e a cosa serve.

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A questo punto la domanda da farsi è:

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Se in un’epoca di veloci trasformazioni e ardue sfide continuiamo ancora oggi a formare gli studenti con un approccio mentale che si basa su testi di economia del 1950 a loro volta derivanti da teorie del 1850, come possono costruire un avvenire prospero?

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Lo scopriremo con la prossima puntata.

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Ci auguriamo che queste riflessioni ti abbiamo coinvolto. 

Aiutaci a diffondere consapevolezza: metti mi piace alla pagina facebook di Culturaintour...

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⭕ L’umanità ideale in 5 passi …3,4,5

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L’Economia della ciambella di Kate Raworth – puntata 12, seconda parte

Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo

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3a mossa, Coltivare la natura umana

Passare dall’Uomo economico razionale

a Esseri umani sociali adattabili

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L’umanità ideale in 5 passi… 3,4,5 

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Nell’articolo precedente ci si è resi conto di quanto sia complessa la natura umana che non può assolutamente essere rappresentata con il modello dell’uomo economico razionale.

Per passare a un nuovo ritratto dell’umanità nel XXI secolo sono necessari cinque cambiamenti.

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Due cambiamenti li abbiamo già visti e sono:

1. Da egoisti a socialmente riconoscenti

2. Da preferenze fisse a valori fluidi

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Ora proseguiamo.

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3. Da isolati a interdipendenti

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Raffigurare l’uomo economico razionale come individuo isolato e indifferente alle scelte degli altri è stata un’opzione funzionale alle teorie economiche classiche ma la natura umana ha la tendenza a uniformarsi e a essere condizionata dalle norme sociali.

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Oggi le persone sono sempre di più interconnesse in molti modi, soprattutto con i social media: una comunicazione così estesa genera un’influenza sociale che si traduce in comportamento collettivo.

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A questo proposito Matthew Salganik, Peter Dodds e Duncan Watts hanno condotto un esperimento su larga scala coinvolgendo ben 14000 giovani reperiti attraverso un sito web. 

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Lo scopo della ricerca era indagare l’effetto dell’influenza sociale sull’azione collettiva*. I ricercatori hanno proposto agli adolescenti un campione di 48 canzoni inedite per analizzare come si sarebbe giunti a una hit parade attraverso i loro gusti musicali.

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I 14mila partecipanti vennero suddivisi in due gruppi.

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Nel primo (chiamato gruppo di controllo) la classifica delle canzoni era basata su scelte individuali in quanto ognuno ignorava quale canzone veniva votata dagli altri. 

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Il secondo gruppo venne ulteriormente suddiviso in otto gruppi più piccoli chiamati “mondi”.

Questa volta i membri di ciascun gruppo conoscevano il voto dei compagni all’interno del proprio “mondo”.

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Il risultato?

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In tutti i gruppi sperimentali, la popolarità di ogni canzone dipendeva in parte dalla sua qualità e complessivamente in linea con il “gruppo di controllo” ma ogni “mondo” aveva creato una propria classifica influenzato da quello che facevano gli altri.

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Secondo gli autori buona parte della spiegazione può stare nel fatto che gli individui non prendono decisioni in modo del tutto indipendente, ma sono influenzati dal comportamento degli altri in modo imprevedibile, facendo passare in secondo piano l’elemento “qualità” del prodotti.

Questo vuol dire che la forza delle reti sociali modella le nostre preferenze, opinioni, acquisti e comportamenti tanto più le persone sono interconnesse. 

Questa interdipendenza potrebbe essere utilizzata per generare cambiamenti comportamentali in positivo.

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4. Dal calcolo all’approssimazione

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L’Homo Sapiens non possiede l’affidabilità dell’uomo economico razionale e questo lo affermò Herbert Simon, economista, sin dagli anni Cinquanta.

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Successivamente Daniel Kahneman e Amos Tversky, entrambi psicologi, furono pionieri dell’economia comportamentale, applicarono cioè la psicologia allo studio delle decisioni economiche degli individui ritenendo che la psicologia avesse un ruolo determinante nelle scelte delle persone.

Il programma di ricerca denominato  “Heuristics and Bias Program” aveva lo scopo di studiare come le persone prendano decisioni in contesti caratterizzati da ambiguità, incertezza o scarsità delle risorse disponibili**.

Nel 1974 pubblicarono “Judgment under Uncertainty: Heuristics and Biases” con il quale  introducevano il termine “bias Cognitivo” 

Emerse che gli individui prendono le loro decisioni utilizzando  euristiche (scorciatoie mentali), piuttosto che elaborati processi razionali (frutto di ragionamento lento, seguenziale e faticoso).

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Le euristiche di giudizio sono un meccanismo mentale residuo dell’evoluzione dell’Homo Sapiens che gli ha garantito la sopravvivenza e funzionano correttamente nella maggior parte dei casi. Tuttavia vi è una vasta gamma di euristiche che produce sistematiche distorsioni della realtà e sono i cosiddetti bias cognitivi.

I bias cognitivi hanno lo scopo di rendere l’essere umano “cieco” rispetto a certe informazioni per favorire rapidità e semplicità decisionali con la conseguenza che ci conducono a conclusioni errate della realtà.

Non a caso lo studio dei bias cognitivi è utilizzato nel mondo del marketing, della pubblicità e della gestione aziendale.

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Gerd Gigerenzer, psicologo evoluzionista, invece sostiene che “le buone intenzioni vanno oltre la logica” e che siamo sopravvissuti nel corso dell’evoluzione proprio grazie alle distorsioni cognitive.

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Per Gigerenzer gli economisti comportamentali “pensano che le persone non siano in. grado di comprendere il rischio e vadano indirizzate dalla nascita alla morte **.

Possiamo concludere – dice Kate Raworth – che le euristiche funzionano nei contesti  in cui si sono evolute. Per questo motivo tendono a non considerare un fenomeno inedito come i cambiamenti climatici che hanno la caratteristica di essere invisibili, graduali e con effetti a lungo termine.

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I politici dovrebbero quindi promuovere un cambiamento comportamentale avvalendosi di una combinazione efficace delle euristiche* basate sulla consapevolezza del rischio affiancata a incentivi comportamentali.

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5.Da dominanti a dipendenti

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Il filosofo inglese Francis Bacon nel XVII secolo scrisse “La razza umana recuperi quel diritto sulla natura che le appartiene per lascito divino” .

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Questa prospettiva ha sempre caratterizzato la cultura occidentale fino ai giorni nostri ma l’uomo, in realtà, non è al vertice della piramide della natura è strettamente connesso e dipendente dalle reti ecologiche.

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È grazie al periodo dell’Olocene –  l’epoca geologica che abbiamo ormai lasciato alle spalle con il suo clima stabile, abbondanza d’acqua dolce, lo strato protettivo dell’ozono e l’abbondanza di biodiversità –  se l’Homo Sapiens ha potuto evolversi e prosperare.

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Questo fa capire quanto l’umanità sia integrata nella biosfera e non a capo di essa.

C’è bisogno di un cambiamento culturale, di una nuova consapevolezza rispetto al ruolo che si è dato l’umanità, come ha spiegato l’ecologo americano, Aldo Leopold “da conquistatori della comunità terrestre a suoi semplici membri e cittadini**.

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Esiste un forte divario in merito alla relazione con la natura tra la popolazione STRANA – società industrializzate – e le comunità che vivono in centri rurali: la popolazione occidentale tende a rendere antropomorfo tutto il mondo vivente* **.

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Un primo passo è ridefinire il linguaggio.

Gli economisti ambientali per esempio descrivono il mondo vivente in termini di fornitura di “servizi ecosistemici” e di “capitale naturale” ma evocano le voci di asset di bilanci.

Per questo molti studiosi di economia invitano a trovare termini più efficaci per evidenziare la nostra interdipendenza con l’ambiente naturale.

L’esperta di biomimetica Janine Benyus ha deciso di descrivere diversamente la nostra relazione con il mondo:  parla della Terra come di “questa casa che è nostra ma non solo nostra”.

Le parole giuste aiutano a modificare il nostro rapporto con la natura e ci consentono di avere l’atteggiamento idoneo per incamminarsi verso un futuro prospero in armonia con la Terra.

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Con questo articolo abbiamo imparato che l’umanità è interdipendente sia come specie che come parte di un ecosistema naturale complesso e vulnerabile.

Lo stesso comportamento umano è estremamente complesso e imprevedibile per questo è necessaria la piena consapevolezza che servino profondi cambiamenti nel nostro atteggiamento mentale e culturale per incamminarci verso un futuro prospero in armonia con il pianeta.

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Come facciamo a cambiare?

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Gli incentivi monetari per superare la deprivazione umana e il degrado ecologico sono lo strumento migliore?

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E se i nostri valori, newtwork e i prinipici di reciprocità fossero più efficaci?

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Vedremo come risponde a questi interrogativi Kate Raworth nella prossima puntata.

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Legenda relativa ai link:

* fonte citata nel libro “Economia della Ciambella”

** approfondimento suggerito da Culturaintour

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⭕ L’umanità ideale in tre immagini

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Lʼeconomia della ciambella di Kate Raworth – puntata 12 – terza parte

Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo

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3a mossa, Coltivare la natura umana

Passare dall’Uomo economico razionale

a Esseri umani sociali adattabili

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L’umanità ideale in tre immagini

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Kate Raworth ci esorta a coltivare la natura umana che abbiamo trascurato da troppo tempo perché impegnati a ricalcare il modello dell’uomo economico.

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Per poter vivere in armonia con il pianeta che è la “nostra casa”, dobbiamo ricordarci che: 

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1. siamo esseri sociali e riconoscenti (e non strettamente egoistici)

2. abbiamo valori fluidi (e non gusti fissi)

3. siamo interdipendenti (e non isolati)

4. siamo approssimativi (e non calcolatori)

5. siamo parte della biosfera (e non dominatori della natura)

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.Come abbiamo visto nei nostri precedenti articoli qui e qui, dobbiamo desiderare di cambiare per poterci garantire uno spazio operativo sicuro per l’umanità.

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Come possiamo attuare i necessari cambiamenti?

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Le politiche economiche tradizionali portano a credere che un modo affidabile per cambiare il comportamento delle persone sia quello di intervenire sui prezzi: per creare mercati, per assegnare diritti di proprietà o applicare leggi.

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In molti casi però avvalersi dei prezzi come soluzione risulta essere una leva troppo sopravalutata dagli economisti del XX secolo che hanno invece sottovalutato il ruolo dei nostri valori, senso di reciprocità, network ed euristiche.

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In alcuni casi si mettono a rischio situazioni o progetti proprio quando si dà loro un prezzo.

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Nel 1970 Richard Titmuss evidenziò nel suo libro “The Gift Relationship” * – La relazione del dono – un’indagine sulle donazioni di sangue:  emerse che la qualità del sangue era migliore in Gran Bretagna con i volontari senza compenso rispetto a quella degli Stati Uniti dove invece i donatori erano pagati.

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Quindi c’è da chiedersi: .

gli incentivi in denaro servono a rafforzare nelle persone “le motivazioni ad agire” o invece le spengono se si sostituiscono con il denaro?

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Il filosofo Sandel ha esposto le proprie preoccupazioni: il denaro può erodere valori e regole sociali trasformandole in regole di mercato.

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J. Rode,E. E. Gómez-Baggethun e T. Krause si sono occupati di questo fenomeno con la ricerca “Motivation crowding by economic incentives in conservation policy: a review of the empirical evidence”.*

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Il rapporto mostra che spesso iniziative politiche in ambito sociale – per esempio progetti di tutela ambientale che possono essere raccogliere rifiuti, piantare alberi o moderare il consumo di legname –  con incentivi monetari non danno il risultato sperato.

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Kate Raworth suggerisce di avvalersi di mezzi più efficaci per motivare i cambiamenti comportamentali che si fondano su reciprocità, valori, accorgimenti e network.

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Puntare su incentivi, network e regole

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Gli incentivi – intesi come spinte comportamentali o accorgimenti – e gli effetti del network spesso funzionano perché si basano su regole e valori come senso del dovere, rispetto e attenzione.

Se vogliamo fare un esempio per l’acqua e/o l’energia, sono sufficienti semplici accorgimenti come installare timer per la doccia e per l’illuminazione.

In questo modo negli edifici sia pubblici che privati si possono ridurre i consumi e/o evitare lo spreco di acqua o energia.

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Gli effetti del network influenzano notevolmente i comportamenti sociali ed ecologici. Per citare un esempio, quando la giovane attivista pakistana Malala Yousafzai divenne nota per il suo impegno contro la sopraffazione dei bambini e a favore dell’istruzione, ispirò milioni di ragazze a reclamare il diritto di andare a scuola.

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Per rendersi conto della forza dei valori insiti negli esseri umani, si può far riferimento all’indagine di un gruppo di ricercatori statunitensi che cercava il modo per incentivare comportamenti ecologici. 

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Vennero esposti alcuni cartelli in una stazione di servizio che invitavano gli automobilisti a fare un controllo gratuito delle gomme. 

Le scritte sui cartelli facevano leva su motivazioni differenti: alcune su quella del risparmio economico, altre sulla tutela ambientale e altre ancora sulla sicurezza stradale.

II risultati migliori si ebbero quando vennero esposti i cartelli che dicevano:  

“Ci tieni all’ambiente? Controlla la pressione delle gomme!”

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Richiamare i valori che possono far più presa fa una notevole differenza.

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Anche l’attivazione di norme sociali può avere effetti di ampia portata e alcuni esperti di comportamenti sociali sostengono che l’approccio più efficace consiste nel connettersi con i valori e le identità delle persone piuttosto che con il denaro.

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Ricominciamo a incontrarci

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La nostra sfida è abbandonare il ritratto dell’uomo economico.

A quali immagini sarebbe auspicabile  ispirarci per disegnare un nuovo autoritratto economico?

Lo ha scoperto Kate Raworth  che, nel corso del tempo, ha posto questa domanda a studenti, manager, politici.

Le immagini hanno un grande potere perché evocano valori molto forti e Kate ha rilevato che sono essenzialmente tre le figure che nel sentire degli intervistati descrivono l’umanità:

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una comunità perché noi esseri umani siamo una specie tra le più sociali e dipendiamo gli uni dagli altri;

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un seminatore-mietitore perché è una figura che ci porta al concetto di integrazione con tutto il mondo vivente dal quale dipendiamo;

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gli acrobati in quanto rappresentano la nostra capacità di avere fiducia, di rapportarci e di cooperare con gli altri per raggiungere risultati che da soli non si possono ottenere.

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Concludiamo con le parole di Kate Raworth:

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“Abbiamo già sprecato 200 anni osservando il ritratto sbagliato di noi stessi con l’uomo economico, con soldi in mano, calcolatrice in testa, natura sotto i piedi e un appetito insaziabile nel cuore.

È giunto il momento di diventare persone capaci di prosperare e di impegnarci a interagire tra noi e con questa nostra casa vivente che non è solo nostra.

Adam Smith affermava che l’uomo ama trasportare, barattare e scambiare ma diceva anche che noi e le società prosperiamo quando mostriamo la nostra umanità, giustizia, generosità e senso civico”.

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Proseguiamo la prossima volta per conoscere l’equilibrio meccanico.

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Legenda relativa ai link:

* fonte citata nel libro “Economia della Ciambella”

** approfondimento suggerito da Culturaintour

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⭕ L’economista invidioso del fisico

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Lʼeconomia della ciambella di Kate Raworth – puntata 13

Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo 

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4a mossa, Comprendere i sistemi

Passare dall’equilibrio meccanico 

alla Complessità dinamica 

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L’economista invidioso del fisico

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Bramosi dell’autorevolezza della scienza, gli economisti cercarono di imitare le leggi del moto di Newton descrivendo l’economia come un meccanismo stabile.

Ispirandosi alle leggi fisiche del moto scoperte da Newton per spiegare dagli atomi al movimento dei pianeti, gli economisti si impegnarono per scoprire le leggi economiche del moto per spiegare il mercato dal consumatore al prodotto nazionale.

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Intorno al 1870 infatti fu l’economista William Stanley Jevons che dichiarò che la teoria dell’economia presenta una stretta analogia con la scienza della meccanica statica e le leggi dello scambio dimostrano di assomigliare alle leggi dell’equilibrio di una leva.”*

Aveva una visione simile anche l’economista Léon Walras che affermò che “la teoria pura dell’economia è una scienza che assomiglia alle scienze fisico-matematiche sotto ogni aspetto”.*

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Ad approvare il pensiero di Jevons e Walras, si aggiunsero altri economisti che paragonarono il ruolo della gravità nel fermare il pendolo con il ruolo dei prezzi nell’equilibrare i mercati.

All’epoca queste metafore meccaniche vennero considerate innovative e vennero poste  al centro delle teorie su individui e aziende dando vita al settore di studi noto come microeconomia.

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La teoria si fondava sull’assunto che ogni mercato doveva avere un solo punto di equilibrio stabile, proprio come un pendolo ha un solo punto di riposo.

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Perché questa condizione potesse durare, si dava per scontato che venditori e acquirenti fossero privi di potere contrattuale e avrebbero dovuto seguire la legge dei rendimenti decrescenti.

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Su questi presupposti venne  elaborato il diagramma della domanda e dell’offerta, diagramma che ancora oggi viene insegnato agli studenti di economia.

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Come funziona questo diagramma?

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La curva della domanda rappresenta quanti acquirenti vogliono comprare un prodotto ad un dato prezzo, dato il loro obiettivo a massimizzare la loro soddisfazione.

Significa che la curva della domanda scende man mano che l’acquirente soddisfa il suo bisogno e scende contemporaneamente la propensione a pagare il prezzo iniziale (utilità marginale decrescente  del consumo).

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La curva dell’offerta mostra invece quanti prodotti un venditore sarà disposto a fornire in relazione al prezzo dato il loro obiettivo di massimizzare i profitti.

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Era il 1870 quando Alfred Marshall tracciò questo diagramma sostenendo che “il prezzo di mercato non è stabilito né dai soli costi per il venditore né dalla sola utilità per l’acquirente ma esattamente dove i costi e l’utilità  corrispondono, lì si trova il prezzo di equilibrio del mercato”.

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Walras era convinto che l’analisi potesse essere estesa da un singolo bene a tutti i beni per giungere a formulare un modello valido per tutta l’economia di mercato introducendo il concetto di “Equilibrio economico generale”.

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In condizioni di concorrenza perfetta, secondo Walras (1899) era possibile determinare un sistema di prezzi d’equilibrio che comporta l’eguaglianza tra domanda ed offerta in tutti i mercati, nonché l’eguaglianza tra costo di produzione e prezzo di vendita per ciascun bene e per ciascun imprenditore.

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Nel 1954 Kenneth Arrow e Gérard Debreu dimostrarono matematicamente l’esistenza dell’equilibrio teorizzato da Walras.* **

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Le teorie sull’equilibrio economico generale dominarono l’analisi macro-economica per tutta la metà del XX secolo ma si reggevano su fondamenti errati: non tenevano conto dell’interdipendenza dei mercati, di tutte le variabili nell’ambito di un’economia e del ruolo del settore finanziario.

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Un modello economico non può ispirarsi alla meccanica di Newton: il pendolo dei prezzi, i meccanismi di mercato e il ritorno sicuro al punto di riposo non sono parametri applicabili all’economica.

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Nei libri di testo di economia  agli studenti viene ancora presentato il mondo economico come lineare, meccanico e prevedibile quando invece bisogna diventare “pensatori sistemici”. 

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Concetto straordinariamente lungimirante espresso dal matematico Warren Weaver con il suo articolo “Science and Complexity” * ** che nel 1948 venne pubblicato sulla rivista American Scientist.

Egli sosteneva che in natura esistono tre diverse classi di sistemi dinamici:

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1. i «sistemi semplici», aventi la presenza di poche variabili in casualità lineare;

2. «sistemi a complessità disorganizzata», aventi un numero estremamente elevato di variabili;

3. i «sistemi a complessità organizzata», caratterizzati da un numero considerevole di variabili connesse in un tutto organico. Sono questi i sistemi che incontriamo in biologia, in medicina, in psicologia, in economia e nelle scienze politiche. I problemi legati ai sistemi a complessità organizzata non possono essere risolti con le obsolete tecniche del XIX secolo che prevedevano variabili a due, tre o quattro.

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A fine anni Settanta le intuizioni di Warren Weaver diventano realtà.

Con l’avvento di potenti calcolatori che consentivano simulazioni realistiche dei sistemi naturali si è andata affermando la ricerca scientifica della complessità in varie discipline: fisica, chimica, biologia ed economia.

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Gli ecosistemi della Terra sono compromessi e non ci sono molti anni per poter intervenire e, visto che la realtà è instabile e imprevedibile, Kate Raworth ci esorta:

perché non buttare via subito le metafore sbagliate per l’economia legate  alla fisica newtoniana?

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perché non ragionare sin da ora tenendo conto che l’economia è un sistema di pertinenza della scienza della complessità?

La prossima volta parleremo della danza della complessità: la 4a mossa.

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Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo con i tuoi amici.

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Legenda relativa ai link:

* fonte citata nel libro “Economia della Ciambella”

** approfondimento suggerito da Culturaintour

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Gita alle Terme… culturali

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Fai clic sulla foto per sentire cantare la bravissima Cecilia

ciao acculturato/a,

Abbiamo un sacco di cose da raccontarti e iniziamo subito pungolando la tua curiosità.

Sai che cos’è il Terzo Paradiso

Lo scoprirai subito e conoscerai il motivo per cui abbiamo scelto Biella e le sue Terme Culturali,  uno spazio dove prendersi cura della propria mente e della facoltà del creare.

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Prima vogliamo dirti che siamo soddisfatte della nostra mostra “Il mio mondo ideale è in Agenda” nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da Asvis e con il patrocinio del Comune di Cadorago.

Francamente, per essere un tema non propriamente pop, non ci aspettavamo una grande affluenza ma sapevamo che era un evento che andava fatto, anche se avessimo avuto uno solo visitatore.

Invece le belle sorprese accadono.

C’era Cecilia, la cantante che vedi nella foto in alto, allieva della scuola “Atelier del canto” di Bregnano/Saronno che ha dato un vero tocco di classe all’inaugurazione. L’affluenza del sabato è stata buona e la vera sorpresa è stata il giorno seguente che ha visto un’ottima partecipazione, moltissimi insegnanti e genitori con i loro ragazzi.
I più piccoli hanno potuto partecipare all’angolo della lettura animata e al laboratorio a cura di Susanna Perissinotto.

Sono segnali importantissimi e fan ben sperare che la cultura sia considerata sempre di più un bene necessario perché riflette il modello di società che intendiamo sviluppare.

Più di tutto parlano i bellissimi commenti che ci hanno lasciato i cittadini che sono arrivati anche da comuni limitrofi. Alcune dediche le abbiamo inserite nell’album di foto che puoi vedere con un clic qui accanto: “Foto mostra il mio mondo Ideale”. 
Siamo grate a Ener2crowd che, con il suo contributo, ha reso possibile realizzare il progetto.
Cogliamo l’occasione per dirti che siamo disponibili a portare la mostra nel tuo Comune. Scrivici per qualsiasi chiarimento.

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Ora passiamo alla nostra gita a Biella.

Domenica 25 giugno si inaugura “Arte al Centro” la 25esima rassegna di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto.

Biella ha molti punti in comune con il territorio lariano, è nota per essere  “la città della lana” per i suoi filati d’eccellenza e l’alto artigianato riconosciuti a livello mondiale. Negli anni purtroppo ha visto anche perdere numerose fabbricate di filati divenuti edifici abbandonati e da qui inizia la storia che ti raccontiamo.

Accade che nel 1991 Michelangelo Pistoletto trovandosi a Biella per l’inaugurazione di una mostra di sue opere, viene attratto da un opificio dismesso. Non resiste. 

Acquista l’ex Lanificio Trombetta che risorgerà con una nuova vita: diventerà Cittadellarte la cui finalità è sviluppare progetti artistici per una trasformazione sociale responsabile.

Il progetto del maestro si è sempre evoluto in questi trent’anni. In particolare nel 2005 presenta il suo lavoro denominato il “Terzo Paradiso” che esprime una visione molto importante che ci ha colpito e entusiasmato moltissimo.

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È il  concetto chiave che apprenderemo durante la nostra visita alla Fondazione Pistoletto.  Il  Terzo Paradiso, riformulazione del segno matematico dell’infinito, è composto da tre cerchi consecutivi, quello centrale è più grande. I due cerchi opposti rappresentano uno la natura e l’altro artificio. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana. L’anello centrale è la fusione dei due e rappresenta la terza fase dell’umanità, dove c’è un equilibrio tra natura e artificio.

Il culmine delle attività di CIttadellarte sfocia con la rassegna annuale “Arte al Centro” realizzata da Cittadellarte e dalla sua rete di soggetti internazionali.

Abbiamo scelto Biella perché riunisce molti dei temi che trattiamo da anni. Gli ingredienti di questa edizione sono la creatività, la moda e la sostenibilità e sarà una giornata speciale perché coincide con il compleanno di Michelangelo Pistoletto. L’evento sarà quindi l’occasione per celebrare i 90 anni del maestro e per mettere in luce, come di consueto, le pratiche artistiche di trasformazione dei contesti sociali in cui si sviluppano.

Con la prossima newsletter parleremo di MeBo Museum, museo della birra e del formaggio: la seconda tappa della nostra gita a Biella.

Per scaricare la locandina fai clic sul titolo qui accanto: locandina Biella Cittadellarte.

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Il 2023 è un anno particolare per Como perché celebra il bimillenario della nascita di Caio Plinio Secondo conosciuto come “Plinio il Vecchio”. Nato a Como tra il 23 e 24 d.C. è stato scrittore, filosofo, naturalista, comandante militare e governatore provinciale romano.

Naturalis Historia (Storia naturale) è stata la sua opera più significativa.

A Como nell’ambito delle celebrazioni di questa straordinaria figura è stata appena inaugurata la mostra “Mario De Biasi – Naturalis Historia”.
L’esposizione, a cura di Eugenio Bitetti e Massimiliano Mondelli, crea un ponte temporale di duemila anni che unisce idealmente Plinio il Vecchio e Mario De Biasi, uno grande scrittore l’altro grande fotoreporter legati dalla stessa passione per la natura e la curiosità.
L’esposizione riunisce 74 fotografie in bianco e nero in edizione vintage e realizzate tra gli anni ’50 e i primi anni ’80.  
Le immagini esaltano le forme naturali – piante, minerali o animali – e le loro geometrie.

La mostra è al Broletto di Como. 
Da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00
sabato e domenica dalle 10.00 alle 19.00 orario continuato
Ticket:  euro 10,00, gratuito per i ragazzi sotto i 14 anni.

Se hai occasione di andare,  troverai Ester in biglietteria che assicura di vedere uscire i visitatori entusiasti.

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Per finire ti informiamo che per rendere più comodi i pagamenti sarà possibile utilizzare anche l’app Satispay: è molto facile da utilizzare e non ha commissioni. È molto pratica soprattutto se si tratta di piccoli importi.
Se sei interessato contattaci e riceverai un bonus niente male. 

Un grande abbraccio,

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Ester e Margherita

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Scienziati e Studenti: una collaborazione a regola d’arte

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ciao acculturato,

Tra poco ti parliamo di un progetto davvero interessante.
Prima però ti ricordiamo che a brevissimo chiuderemo le iscrizioni per la mostra “Dalì, Magritte, Man Ray e il Surrealismo” al Mudec domenica 14 maggio. Ci sono ancora pochissimi posti!

Potrai immergerti appieno nell’atmosfera del surrealismo perché troverai, oltre ai quadri e alle sculture, anche oggetti personali degli artisti, libri e altre suggestioni che non ti sveliamo.

Per scaricare la locandina, fai clic sul tasto qui sotto:

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Ora ti presentiamo una proposta rivolta a studenti delle scuole superiori e a universitari che ci rende particolarmente felici perché si tratta di una nuova e importante collaborazione. Ebbene sì, abbiamo iniziato a collaborare con GreenPlanner Magazine, una testata giornalistica online che si occupa di sviluppo sostenibile, tutela ambientale, risparmio energetico e mobilità. Tra i fondatori di GreenPlanner c’è Cristina Ceresa esperta di Economia circolare e firma del Sole24ore.

Quest’anno ricorre la terza edizione del concorso artistico rivolto agli studenti che potranno liberare la loro creatività realizzando opere d’arte con la finalità di porre l’attenzione ai temi ambientali. Le prime edizioni, Sea Art, sono state dedicate ai concetti riguardanti l’acqua e la salvaguardia dell’oceano.

Ora è la volta di “Planet Art Camp” e gli studenti potranno far sentire la loro voce sui temi legati all’inquinamento dell’aria, acqua e suolo: una sinergia davvero efficace tra scienza e arte per denunciare il degrado ambientale e sensibilizzare l’opinione pubblica.
Una giuria composta da giornalisti, artisti e ricercatori nominerà le opere vincitrici che saranno esposte a Milano presso il giardino condiviso del Villaggio La Barona.

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Il primo passo da fare è scaricare l’opuscolo informativo. A settembre ci sarà la presentazione del progetto in una prestigiosa sala meneghina (un po’ di suspence non guasta). I posti sono limitati e bisogna confermare la presenza.

L’appello che ti facciamo è di far conoscere il progetto ai docenti che conosci oppure a studenti di scuole superiori e giovani universitari.

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Fai clic sul bottone per scaricare l’opuscolo “Planet Art Camp, Invito Scuole”.

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Abbiamo altri eventi che ti racconteremo tra pochi giorni. Intanto segna in agenda 20 e 21 maggio per una mostra e domenica 25 giugno per una gita.

Buona serata di 1° maggio e intanto che ti rilassi, ricordati di fare un pensiero sulla mostra del 14 maggio.

Un grande abbraccio,

Ester e Margherita

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Ci siamo… ci siamo

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caro acculturato,

Ci siamo…. ci siamo anche se non scriviamo, siamo in pista.

Ti piace la foto? Abbiamo scelto uno scatto bello frizzante perché abbiamo bisogno più che mai di nutrire la mente di buoni pensieri e dedicarci alle cose meravigliose che ci regala la vita.  

A parlare ora è Ester.
il 24 marzo, finalmente, ho discusso la tesi di laurea magistrale in Arte, Valorizzazione e Mercato. Questi due anni sono volati, e in un “attimo”, nel secondo semestre del II anno, ci siamo ritrovati a fare lezioni e a sostenere gli esami online.  
La tensione crescente per l’imminente discussione e la travolgente soddisfazione rimangono lo stesso, nonostante la distanza. 
Il relatore della tesi mi ha permesso di approfondire un tema a me caro, la valorizzazione del nostro territorio: “Percorsi archeologici e museali nel territorio di Como” il nome del progetto. 
Per la mia tesi ho ideato due proposte, per la Val d’Intelvi e per la città murata, con un occhio di riguardo per il Museo Archeologico e la Pinacoteca Civica.

Spero ci siano presto occasioni per parlarne dal vivo.

Tempo fa avevamo anticipato con una nostra newsletter un incontro online, organizzato in collaborazione con la biblioteca di Lomazzo, con il biologo marino Emilio Mancuso.

“Ci siamo” nr. 1: la data è mercoledì 7 aprile alle ore 21 e il tema sarà il futuro del Mar Mediterraneo.

Nel frattempo Emilio Mancuso è diventato una star con molti webinar online tra cui un’intervista con Marco Montemagno per Lifegate.
Se hai domande da rivolgere al nostro ospite, puoi anticiparcele via mail oppure potrai scriverle nei commenti nel corso della diretta.

Presto ci aggiorniamo per comunicarti il link per il collegamento quindi, tieni d’occhio la tua casella di posta elettronica.

“Ci siamo” nr. 2 è una sorpresa che arriverà subito dopo Pasqua.

Si tratta di un progetto che abbiamo fortemente desiderato e che abbiamo portato avanti con Dramatrà,  un gruppo di giovani che attraverso il teatro propone eventi spettacolari nel vero senso della parola.

Cosa può venire fuori da attori geniali e super creativi e diciamolo pazzi scatenati e noi con la fissa del mondo più bello e più buono?

Lo scoprirai presto!

Siamo alla vigilia della S. Pasqua e non ti rubiamo altro tempo.
Ti facciamo tantissimi auguri  Ester per una serena Pasqua a te e alla tua famiglia.

ciao!
Ester e Margherita

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Vuoi essere giovane per il futuro?

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ciao Acculturato/a,

Buon 2021!

Nella foto vedi lo scorcio di un borgo da fiaba: è Solomeo,  una piccola frazione di Corciano sulle colline intorno a Perugia,  nel giro di pochi decenni, da luogo abbandonato, è oggi conosciuto in tutto il mondo come esempio di eccellenza. Presto ti sveleremo il suo segreto.

 

“È l’inizio dell’anno. 

È questo il momento di farci un grande augurio e di ritrovarci con umiltà, con coraggio. con serietà, con creatività. Vorrei dire una cosa. Siamo un bel popolo costruito sulla bellezza e sulla cultura.
Siamo tra i più grandi manifatturieri al mondo per la qualità. Le nostre famiglie hanno 10 miliardi di risparmi. (Con il 2021) Partiamo da un’Italia importante, è la settima potenza mondiale pur essendo lo 0,7% della popolazione globale.
Troviamo il coraggio di vedere ciò che ci ha dato il mondo e non ciò che ci ha tolto, accettando ciò che non possiamo cambiare e vorrei fare una grande raccomandazione: sostituiamo la parola “paura” con “speranza”.

Dico ai giovani che se investiamo nel riparare, riutilizzare e recuperare avremo gran lavoro.

Torniamo a vivere in armonia con il creato e avremo un futuro più umano e luminoso”.
Brunello Cucinelli
 
Abbiamo iniziato con l’augurio di un grande uomo,  che ha dato vita a  “un’impresa umanistica” come ama definirla.  Ci è piaciuto molto ascoltarlo in radio.

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Ti stiamo leggendo nel pensiero: “Sì sì, belle parole… facile a dirsi…”

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Molte persone sono concentrate sul vaccino per ritornare alla propria “vita normale” tuttavia è bene ricordarsi che il vaccino tutelerà il corpo. Nel frattempo alla cura dell’animo, non meno importante,  ci dobbiamo pensare noi, per poter superare le sfide, per progettare e soprattutto per continuare a sognare. 

L’atteggiamento mentale verso le situazioni crea il nostro “sentire” che ci porta a fare scelte in una direzione piuttosto che in un’altra. Tutte le nostre decisioni, sommate giorno per giorno, diventano la storia della nostra vita.

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Per questo, almeno per il momento solo un sogno, vogliamo portarti  a Solomeo, sede della prestigiosa azienda del cashmere  “Brunello Cucinelli” e vedere con i tuoi occhi come una visione del futuro è diventata realtà.

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Nato da una famiglia contadina Brunello Cucinelli ha fondato la sua azienda su principi etici nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Una realtà in cui l’uomo è al centro dell’impresa e il lavoro è inteso come espressione del valore umano, il profitto diviene un mezzo per conseguire il fine superiore del vero bene, per migliorare la vita di chi lavora, per valorizzare e recuperare le bellezze del mondo.
Solomeo, piccolo borgo medievale, oggi è sede dell’azienda e  luogo dedito alla cultura, all’arte, alla tradizione, alla storia.

Facciamoci ispirare da questi grandi personaggi, immaginiamoci il futuro che vogliamo e poi imbocchiamo la strada per realizzarlo.

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Cosa puoi fare? Come puoi immaginare il futuro che vuoi?
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Un programma da suggerirti lo abbiamo: Giovane per il futuro o meglio: “Young4Future”.

La Camera di Commercio Como-Lecco ha realizzato una serie di webinar per ragazzi delle medie e delle superiori, genitori (o adulti) e docenti con lo scopo di favorire l’incontro tra professionisti ed imprese che si occupano di sostenibilità e tutela ambientale e offrire agli studenti una visione ampia, multidimensionale rispetto al tema della sostenibilità.
Clicca sul bottone qui sotto per accedere alla pagina web: troverai i i link per registrarti ai webinar che ti interessano:

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Verrà rilasciato Attestato di Partecipazione alla formazione sulla Sostenibilità.
Se preferisci il programma in formato pdf per inoltrarlo ai tuoi amici, clicca sul bottone qui sotto:

 È tutto, un abbraccio.

Ester e Margherita

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Conosci studenti? Questa mail è per te

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ciao Accultourato,
Oggi si celebra la Giornata mondiale della Terra,
il più grande evento ambientalista del Pianeta giunto alla 50° edizione.
Non potevamo scegliere una giornata migliore per farvi conoscere i
ragazzi di “We For The Planet”. Li abbiamo conosciuti qualche mese fan occasione della “Giornata per i diritti umani” organizzata al Liceo Terragni di Olgiate Comasco e ci sono piaciuti subito per il loro grande spirito d’iniziativa affiancato a determinazione e concretezza
e lo verificherai leggendo più avanti.
Per questo abbiamo pensato di presentarli anche a te: lo facciamo attraverso alcune domande che abbiamo rivolto loro.
Il nostro vivo auspicio è che ti entusiasmino al punto di inoltrare questa mail agli studenti che conosci, così che si possano unire a We For The Planet altri studenti, tanti altri.
Abbiamo bisogno di fiducia per il futuro.
Abbiamo bisogno con urgenza di cambiare direzione per migliorare questo mondo.
Puoi iniziare a farlo da subito facendo conoscere queste meravigliose realtà
(e sottolineiamo realtà).
Ora passiamo al dunque e lasciamo la parola a Lorenzo Carbone che ci racconterà com’è nata l’idea con la prima risposta mentre tutte le altre sono a nome di We For The Planet e redatte dal loro Consiglio.

Lorenzo, come ti è venuta l’idea di creare We For The Planet?
Come hai fatto a coinvolgere i tuoi compagni di scuola ?

L’idea di We For The Planet nasce in un clima generale di crescente
interesse nei confronti del cambiamento climatico.
Non solo per quanto riguarda i movimenti di protesta nati negli scorsi anni,
ma in generale dell’opinione pubblica.

Ho ritenuto importante e cruciale quindi sfruttare questo momento
particolare per portare un elemento di novità all’interno della nostra scuola, che consentisse alle studentesse e agli studenti di mettere in campo i propri talenti, idee e potenzialità per un obiettivo nobile e di rilevanza globale.
Il cambiamento climatico è infatti un fenomeno di portata enorme, eppure
l’unico modo in cui può essere sconfitto è tramite una sistematica
azione locale, coordinata e consapevole.

Non appena iniziai ad elaborare l’idea, mi confrontai con l’amico e compagno di classe Matteo Casartelli, insieme al quale ho iniziato a costruire il gruppo a partire dalle basi.
Inizialmente abbiamo coinvolto altri ragazzi semplicemente tramite
il passaparola, parlandone ai nostri amici che ritenevamo potessero
essere più interessati a partecipare.
A partire da questo primo nucleo, abbiamo elaborato una strategia
più estensiva, che ci consentisse di giungere a tutti gli studenti del Terragni.
Abbiamo dunque creato una pagina instagram di We For The Planet,
ideato dei contenuti che spiegassero l’idea e gli obiettivi di WFTP e poi
chiesto supporto alle pagine social d’istituto, come quella dei rappresentanti
degli studenti, per giungere a più ragazze e ragazzi possibili.

Al secondo anno scolastico di We For The Planet, ovvero quello corrente,
abbiamo fatto un passo avanti, organizzando a settembre una giornata di
“Open Day” per tutti coloro che fossero interessati ad entrare.

Grazie a questa idea, elaborata in team, siamo riusciti a garantire un ottimo
ricambio generazionale. In questo momento particolare stiamo riflettendo su come continuare a coinvolgere i nuovi studenti, garantendo una certa
componente di novità dietro a un metodo in costante consolidamento.

Quali sono i vostri obiettivi?

I nostri obiettivi derivano dalla nostra convinzione che ognuno nel suo
piccolo possa fare qualcosa. Per questo motivo, in primo luogo,
vorremmo estendere questo progetto alle scuole della provincia e magari poi di tutta la Lombardia. È ovviamente  il nostro più grande sogno fondare
un grande We For The Planet in tutta Italia.
Accanto a questo fine si trova la conversione delle scuole verso la sostenibilità.
Attuiamo perciò progetti come l’eliminazione della plastica tramite l’utilizzo di borracce, usare nuovi sistemi di alimentazione energetica e sostituire i bicchieri di plastica per le bevande con quelli di carta riciclabile.
Il terzo, che riteniamo ugualmente essenziale, è la sensibilizzazione.
Il primo step per risolvere un problema, infatti è riconoscerlo e informarsi
a proposito. Conferenze, dibattiti e social media sono i canali che più ci permettono di appassionare e tenere al corrente le persone sulla questione ecologica.

Quanti studenti siete in We For The Planet e come siete organizzati?

Al momento esistono tre gruppi WFTP, uno presente al Terragni, dove tutto
è partito e che conta 25 membri attivi, uno al Liceo A. Volta di Como con
circa 20 membri attivi e uno al Liceo Marie Curie di Tradate, dove i partecipanti sono circa una decina.
All’interno di WFTP siamo organizzati in comitati, ognuno con un’area di lavoro distinta.
Al Terragni i comitati sono: Conversione, Eventi, Scuole, il quale si occupa
del coinvolgimento di altri istituti nella rete, Social e Artistico, che realizza
cartellonistica e installazioni a tema cambiamento climatico.
Ogni comitato si ritrova autonomamente una volta alla settimana, mentre,
mensilmente, ci si riunisce tutti nell’Assemblea, dove vengono presentati nuovi progetti, ci si scambia opinioni e ci si aggiorna sull’andamento dei lavori.
L’Assemblea di We For The Planet è sovrana.
Inoltre è da poco stato istituito il Consiglio di WFTP, per ora attivo solo al Terragni, che risponde direttamente all’Assemblea. Il Consiglio ha il compito di  rappresentare WFTP, svolgere le mansioni amministrative e mantenere i contatti con le diverse associazioni ed enti con cui siamo in collaborazione.
 
Avete già raggiunto dei risultati e quali difficoltà incontrate?
 
Fin dai primi mesi dalla fondazione di We For The Planet, abbiamo raggiunto grandi
traguardi, sia in senso concreto, sia nella costruzione dei legami all’interno del gruppo.
Circa tre mesi dopo il giorno zero abbiamo vinto il bando 2018-2019 di Youth Bank Olgiate Comasco con il nostro progetto pilota, il Piano di Conversione Ecosostenibile per l’Istituto Terragni, aggiudicandoci un premio di 3500€ da spendere in una serie
di misure da attuare nella nostra scuola per abbatterne l’impronta carbonica, tra cui abbiamo borracce gratuite per tutto il corpo studentesco, erogatori di acqua potabile plastic-free, regolatori di portata per i rubinetti e molto altro.
A un anno dalla vittoria possiamo orgogliosamente affermare che le misure sono state quasi tutte portate a compimento e che presto il Piano sarà completato.

Durante questo anno abbiamo anche partecipato ad eventi relazionati al
cambiamento climatico in qualità di relatori, come la Giornata dei Diritti Umanindel Terragni, ma anche organizzato degli eventi indipendenti, come il concerto di raccolta fondi “Punk Goes Green Vol. I”, realizzato dal nostro comitato Eventi.
Inoltre, siamo riusciti a coinvolgere già due scuole all’interno del nostro progetto di rete, formando due nuovi gruppi al Liceo M. Curie di Tradate e al Liceo A. Volta di Como, mentre stiamo lavorando a costituire un gruppo WFTP anche al Liceo E. Fermi di Cantù.
Un’altra grande occasione nata dalla costante evoluzione della nostra associazione studentesca è la collaborazione con Fridays For Future Como, dalla quale, se non fosse stato per la quarantena, sarebbero nati due interessanti eventi: una giornata di pulizia delle vie di Como e una conferenza con dibattito sul tema del consumismo, relazionato al cambiamento climatico.
Sicuramente continueremo a mantenere vivi questi progetti di collaborazione, non appena questo periodo particolare sarà passato.
Il traguardo più grande che abbiamo tagliato è tuttavia quello di aver formato un team appassionato e fedele al proprio obiettivo, in grado di giudicarsi criticamente, individuare i difetti nel metodo e nella relazioni interne e dunque trasformare queste debolezze in occasioni di crescita.

Se una studentessa o uno studente volesse organizzare un gruppo nella propria scuola come deve procedere?

Siamo sempre disponibili ad accogliere richieste da parte di qualsiasi scuola
per fondare un nuovo WFTP. L’interessato può trovare i nostri contatti sia su
Instagram sia sul nostro sito. Una volta ricevuto il messaggio, un membro
del Consiglio si metterà tempestivamente in comunicazione per chiarire i
punti focali del progetto. Nel caso in cui ci sia interesse, il nostro Comitato
Scuole affiancherà durante tutta la creazione del nuovo WFTP gli studenti
della nuova scuola per mettere a loro disposizione i consigli e i metodi più
funzionali che noi stessi abbiamo utilizzato e che stiamo perfezionando. Per
qualsiasi problema o dubbio si può fare riferimento a questo comitato che è
stato creato proprio per ogni eventuale necessità.

Questa intervista sarà inviata a tutti gli iscritti alla nostra  newsletter, per la maggior parte sono persone adulte e molte delle quali hanno figli o nipoti della tua età, vuoi aggiungere qualcosa?

Da studenti abbiamo notato spesso che molte persone, in particolare quelle in età avanzata, credono di non essere adatte a cambiamenti, che ormai la loro vita sia già  improntata in una certa direzione e giustificandosi con frasi del tipo “ormai è troppo tardi per cambiare le mie abitudini” oppure “tocca ai giovani!” si convincono di non poter agire concretamente per combattere la crisi climatica.
In questi mesi di esperienza, come gruppo abbiamo invece imparato che chiunque
può essere parte attiva del cambiamento. Ognuno di noi è chiamato ad agire di fronte a questa emergenza e può farlo partendo dalle piccole scelte quotidiane cui è abituato a compiere. Per esempio potrebbe scegliere mercati locali invece che ipermercati, limitare la spesa in imballaggi di plastica, comprare solamente prodotti di stagione evitando
quelli importati da paesi tropicali, dove possibile coltivare l’orto e via dicendo.
Tolstoj diceva: “Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso”.
Ecco, noi ragazzi di WFTP crediamo che proprio nel momento in cui si cambiano
le piccole cose, in questo caso le piccole azioni quotidiane, si realizzino i grandi
cambiamenti.
Dunque invitiamo tutti gli iscritti alla newsletter (e non) a riflettere sulle scelte fino ad ora da loro intraprese ed orientarsi verso scelte più sostenibili.

Complimenti per il vostro sito web, avete altri canali di comunicazione?

Abbiamo diversi canali di comunicazione tramite cui ci si può mettere in contatto con WFTP:
le nostre pagine Instagram
@wefortheplanet_terragni e @wefortheplanet_volta;

sito: https://wefortheplanet.wordpress.com email: wefortheplanetmovement@gmail.com
Inoltre, abbiamo recentemente aperto la nostra newsletter a cui si può accedere tramite il link nella bio della pagina Instagram di WFTP Terragni e Volta.

Ci auguriamo questo articolo ti sia utile e se vuoi fare conoscere We For The Planet, condividilo!
Grazie!

Ester e Margherita

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