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⭕ Una ciambella per salvare il mondo

Lʼeconomia della ciambella di Kate Raworth – puntata 3

Sette mosse per pensare come un economista del XXI secolo

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Una ciambella per salvare il mondo

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Kate Raworth, sin da adolescente, matura la decisione di voler studiare economia per poter mettere a disposizione le sue competenze per combattere le ingiustizie sociali e salvaguardare l’ambiente naturale. 

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Si iscrive così alla Oxford University. 

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È proprio nelle aule universitarie che Kate si rende conto che la teoria economica che stava imparando partiva da “strane” supposizioni e non approfondisce proprio i temi che le stanno più a cuore.

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Per questo, abbandona l’economia teorica per dedicarsi alle sfide economiche del mondo reale: lavora per tre anni nei villaggi di Zanzibar (Tanzania) dove vede come le donne gestiscono micro-imprese mentre crescono i loro bambini senza acqua corrente ed elettricità. 

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Poi lascia Zanzibar per un contesto agli antipodi: lavora per qualche anno a Manhattan per le Nazioni Unite per poi licenziarsi delusa dall’ambiente. Decide di lavorare per Oxfam per una decina d’anni.

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È in questo contesto che è testimone della precarietà dei lavori delle donne – dal Bangladesh a Birmingham – e delle implicazioni dei cambiamenti climatici sui diritti umani – dall’India allo Zambia.

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Alla formazione di Kate, contribuisce anche il periodo dedicato alla nascita dei suoi bambini. Vive personalmente la pressione a cui sono sottoposti i genitori per conciliare gli impegni della famiglia e quelli del lavoro.

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Gradualmente tutto il bagaglio di esperienze di vita, quelle maturate nel lavoro, nella famiglia fanno giungere Kate a una serie di conclusioni: 

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l’economia modella il mondo in cui viviamo e le sue teorie avevano definito anche la sua forma mentis nonostante non vi si riconoscesse.

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Kate si chiede:

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“e se facessimo partire l’economia non dalle sue astrazioni ma dagli obiettivi a lungo termine dell’umanità e poi ci chiedessimo quale tipo di pensiero economico può darci le migliori possibilità per raggiungerli?” 

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Era pronta a disimparare e creare qualcosa di nuovo: stava nascendo l’economia della ciambella.

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